Antichi Strumenti Medici
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Cauterizzatori
La cauterizzazione è stata fin dall'antichità uno dei mezzi più importanti per intervenire nei casi di emorragia, di amputazioni e di infezioni gravi; veniva praticata o con ferri sagomati resi incandescenti o con olio bollente.
Nel 1876 il Dott. Claude André Paquelin (1836 -1905) progettò un geniale apparecchio funzionante a gas di benzina che permetteva di effettuare delle cauterizzazioni precise con temperature elevate e costanti: ” Le thermo-cautère Paquelin est propre, comode et son emploi facile” (Nouvelle Enciclopédie Pratique de Médecine et d’Hygiène).
Era però un apparecchio costoso a causa delle punte in platino e piuttosto pericoloso sopratutto per l'operatore: il flacone quadrato (E) contenente benzina veniva fissato mediante il gancio (A) ad un'asola del vestito; è facile immaginare cosa sarebbe successo se per qualche motivo la benzina avesse preso fuoco...
Con l'avvento dell'elettricità questo apparecchio è stato abbandonato per i più comodi e sicuri cauterizzatori elettrici.
Cauterizzatore di Paquelin
Ogni apparecchio conteneva 2 flaconi, uno per l'alcool l'altro per la benzina, un manico normalmente di ebano con rifinitura in avorio, alcune punte di platino, una peretta di gomma ed un tappo a 2 vie che veniva applicato al contenitore di benzina. La punta in platino doveva essere preventivamente riscaldata con la fiamma a spirito poi con la peretta di gomma si pompavano i vapori di benzina. Il platino arroventato, per le sue proprietà catalitiche, reagiva con i vapori di benzina e senza fiamma manteneva costante la sua temperatura; tutti gli apparecchi pubblicati sono della fine 1800 inizi 1900.
Paquelin in cassetta
Paquelin Collin
Paquelin in scatola metallica
Paquelin in cassetta di legno
Paquelin interno rosso
Paquelin astucci tascabili
Interessante e rara confezione tascabile del cauterizzatore di Paquelin. L'immagine a lato è tratta dal catalogo Natton del 1900. Normalmente questi apparecchi ed i relativi utensili sono molto ben conservati tranne le perette di gomma che, se ancora esistono, sono indurite e molto fragili.
Piccolo cauterizzatore tascabile in scatola metallica, dimensioni: 18x9x3 cm. Come per il precedente nel manipolo vi è della spugna imbibita di benzina i cui vapori vengono ceduti gradualmente evitando così il pericolo di esplosione; non necessita di un contenitore di benzina separato come nel Paquelin tradizionale. Oltre al manico vi è una lunga prolunga, 2 punte di platino molto sottili e 2 contenitori: uno per la benzina ed uno per l'alcool.
A lato immagine dal catalogo Guillot con le confezioni di cauterizzatori tascabili
Manipoli tipo Paquelin
Copiando il progetto di Paquelin sono stati prodotti altri modelli di termocauteri variabili nell'aspetto ma identici nello sfruttare il potere catalitico del platino. Nella foto due manipoli di apparecchi simili al Paquelin.
Ferri per cauterizzazione
La prima immagine è tratta da una stampa del 1540 di J. Wetchlin mostra come venivano curate le ferite: un ferro rovente e senza anestesia...
Esistevano diversi ferri sagomati, ognuno specifico per un tipo di ferita come illustrato nella seconda stampa originale tratta dall' Encyclopédie di Panckoucke del 1784.
Differenti modelli di antichi cauterizzatori detti "bottone ardente". In francese "bouton de feu" - prob. fine 1700 - inizio 1800. Sono abbastanza simili a quelli pubblicati sulla Encyclopédie di Panckoucke del 1784.
L'interessante immagine sopra è tratta dal libro "Oeuvres" 1585 di Ambroise Pare.
Cauterizzatore a "Pietra Infernale"- Silver nitrate - Nitrate d'argent
Molto più blanda e meno invasiva era la cauterizzazione con la "pietra infernale" - nitrato d'argento. Era usata per piccoli trattamenti cutanei e per toccature faringee nella difterite.
Diversi modelli di cauterizzatori al nitrato d'argento in legno; facevano spesso parte della strumentazione dei piccoli astucci chirurgici con i bisturi e le lancette.
Matita porta nitrato in metallo con pinza in argento . Catalogo J. De La Croix - Parigi
Cauterizzatore ad alcool
Astuccio con punte per piccole cauterizzazioni; probabilmente il riscaldamento era ottenuto con una lampada ad alcool
Cauterizzatori elettrici
Con l'avvento dell'elettricità la cauterizzazione è divenuta molto più semplice ed accurata. Questo apparecchio multifunzione, pubblicato in dettaglio nella pagina "Elettroterapia" era alimentato dalla rete elettrica a 110 volt; gli elettrodi in platino erano di diverse forme e dimensioni. Un pulsante inserito sul manipolo permetteva di controllare il riscaldamento delle punte.
Cauterizzatore commercializzato dalla Ditta Samo di Bologna funzionante con la tensione di rete 110-220 volt. Il circuito era molto semplice: un trasformatore abbassava la tensione di rete a circa 12 volt, un reostato permetteva di dosare la corrente che arrivava agli elettrodi. Anni 1930-40.
Elettrodi di grossa sezione per importanti cauterizzazioni; le punte di differenti forme sono in platino.
L'Uso Della Galvanocaustica Nell'Interno della Laringe, della Faringe, della Bocca, del Naso e dell'Orecchio - Rocolfo Voltolini - Professore all'Università di Breslavia - 1871.
Alla pagina Otorinolaringologia, sono pubblicate 3 interessanti tavole a colori tratte dal volume e relative ad interventi alla laringe.
Traduzione libera autorizzata del Prof Alberto Gamba.
Azione catalitica del platino
L'attività catalitica del platino è stata scoperta verso il 1850 dal chimico tedesco Justusvov Liebig (1803-1873) e dal francese Charles Gerhardt (1816-1856).
La sua applicazione pratica, al di fuori dei laboratori, si ebbe solo verso la fine del 1800 con la lampe Berger e il cauterizzatore di Paquelin
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