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Elettroterapia
Immagine tratta da "Misure e Ricerche Elettriche" del 1898
La scoperta dell’elettricità ha creato moltissime aspettative anche in campo medico.
Si è subito cercato di sfruttare le eventuali proprietà terapeutiche di questa nuovissima e misteriosa forza; accanto a studiosi seri sono spuntate anche folle di ciarlatani che hanno approfittato delle opportunità che questa novità loro offriva; sono stati progettati apparecchi di ogni tipo: macchine elettrostatiche, generatori di correnti galvaniche e faradiche, tutti apparecchi che promettevano guarigioni miracolose ed incredibilmente qualche volta i pazienti guarivano: potenza della suggestione e dell’effetto placebo!
A lato un'immagine tratta da "Misure e Ricerche Elettriche" del 1898; da notare la messinscena di questo strumento impressionante ed a suo modo elegante: è immaginabile l'emozione (e la paura) che doveva provare il paziente che era sottoposto alle scariche elettriche generate da un rocchetto di Ruhmkorff posto sotto il sedile; questa sedia per la "faradizzazione generale" era proposta verso la fine del 1800 dalla Ditta Chardin di Parigi.
In America questi apparecchi sono stati classificati come quack machines (apparecchi fasulli, inefficaci).
Apparecchi faradici
I pionieri di questa nuova disciplina medica furono il francese Guillaume Duchenne (1806 – 1875) che studiò l'effetto delle correnti faradiche sulla contrazione muscolare ed l’italiano suo allievo e seguace Plinio Schivardi (1833 - 1908) che allargò il campo delle ricerche a numerose patologie e che pubblicò i risultati in un interessante libro: Manuale di Elettroterapia - Milano 1864. Sostanzialmente gli apparecchi faradici si rifacevano al rocchetto di Ruhmkorff modificando il secondario in modo tale che la tensione applicata agli elettrodi fosse regolabile e pulsante. Il costo di questi apparecchi era piuttosto alto e molti medici di allora non potevano permettersi quella spesa, Schivardi propose allora il "fai da te" indicando nel suo libro le modalità di costruzione e il reperimento dei materiali. Riporto a seguire la fotocopia di queste pagine.. per chi volesse cimentarsi nell'impresa.
Apollo Medical Apparatus
Esteticamente molto bello e molto curato nei particolari. Possibilità di controllare l'intensità della scarica e di invertire la polarità di uscita della stessa.
Piccolo apparecchio Francese venduto dalla ditta Binda Opticien.
Alimentazione con batterie esterne.
Cox-Cavendish Electrical Co. Ltd. X-Ray & Electro-Medical Apparatus
la frequenza della vibrazione era controllata da un piccolo peso scorrevole sullo stelo del martelletto; Il cilindro arancione veniva inserito più o meno profondamente in una apertura laterale determinando l'intensità della scarica.
Apparecchio faradico Tedesco con alimentazione 110 volt.
Home Medical Apparatus.
Apparecchio molto diffuso per l'elettroterapia casalinga; nel cilindro metallico era inserita una grossa pila; la parte superiore del coperchio è apribile e contiene gli elettrodi.
Whitall Tatum, Nov.1879
(Sul bordo dell'astuccio è possibile leggere la data di costruzione.)
Aggiungendo una soluzione di bisolfato di mercurio nella scodellina tonda, si otteneva una tensione continua sufficiente al funzionamento del rocchetto.
Apparecchio faradico francese tipo Trouvé, marcato E.D.
Originariamente a pile poi trasformato con alimentazione da rete a 110 volt. 1920 ca. La rotazione della manopola frontale provoca lo scivolamento della bobina grossa sulla piccola che è fissa. L'accoppiamento maggiore o minore tra le due bobine determina l'intensità della scarica agli elettrodi.
Catalogo Fernand Guillot Parigi
Apparecchio faradico a bobina mobile di Trouvé. (Nouvelle Encyclopédie Pratique de Médecine et D'Hygiène)
Il grande quadro di Brouillet che domina la scala di accesso al Museo di Storia della Medicina di Parigi è intitolato "Une Leçon de Charcot à La Salpêtrière". Sulla tavola dietro Charcot (vedi particolare) è visibile una macchina faradica a bobina mobile del tutto simile a questa.
Apparecchio faradico a slitta sistema Duboi - Reymond marcato W. Kleiner - Berlino.
Questo apparecchio è simile al precedente (Faradique E.D), funziona però con pila esterna ed ha un diverso sistema di interruzione dell'alimentazione. Foto sotto: Strumento inscatolato con in evidenza i suoi elettrodi.
Immagine tratta dal catalogo di strumenti scientifici Max Kohl - 1913
Electreat, Electraply, Vitapulsar.
Sono i nomi di un identico apparecchio garantito:“to increase the flow of mind energy.”
All'apparenza può essere scambiato per un banale rullo da massaggio, in realtà è un vero piccolo apparecchio faradico.
Nel suo interno, ben miniaturizzata si può notare la bobina d'induzione scorrevole sul nucleo ferroso, il piccolo vibratore per l'interruzione della tensione continua e lo spazio per una pila cilindrica da 1,5 volt.
Corredato di diversi elettrodi - 1920.
Apparecchio faradico inglese, nessuna marcatura visibile.
E' dotato di una grossa bobina a nucleo scorrevole.
Portable Faradic Battery.
Voluminoso apparecchio faradico costruito dalla Galvano - Faradic Mgf. Co di New York verso la fine del 1800.
La base dell'apparecchio contiene due grosse pile cilindriche selezionabili tramite il commutatore visibile sulla destra nella foto; l'altro commutatore permette l'inversione della corrente degli elettrodi.
Dietro al coperchio metallico con le istruzioni per l'uso sono riposti gli elettrodi.
Adolphe Gaiffe 1832-1887
...fondò nel 1856 a Parigi una ditta specializzata nella produzione di apparecchi per elettroterapia. Dopo il successo del suo primo apparecchio a 2 celle, progettò un nuovo modello più potente a 3 celle al biossido di mercurio. 1875.
Gaiffe può essere considerato il padre e il precursore dei moderni apparecchi per neurostimolazione TENS.
Galvanici
Gli apparecchi galvanici erano sostanzialmente delle batterie di pile eroganti 15- 25 volt continui la cui corrente veniva regolata tramite un reostato; gli elettrodi erano dei cuscinetti di pelle o di stoffa imbevuti di una soluzione salina. L'odierna ionoforesi si rifà allo stesso principio.
Elettrogalvanico Energo Torino
Apparecchio elettrogalvanico della ditta Energo di Torino; è praticamente identico ad un analogo apparecchio Tedesco della ditta G. Wohlmuth & Co. 1930 ca. Era alimentato da 12 batterie che erogavano una tensione continua di circa 18 volt. E' un precursore degli odierni apparecchi per ionoforesi.
Gaiffe Gallot Pilon
Grosso e pesante apparecchio per galvanoterapia della ditta Gaiffe Gallot Pilon - Parigi - specializzata nella costruzione di apparecchiature elettromedicali e raggi X. 1920 circa. 24 batterie poste in serie alimentavano gli elettrodi; un commutatore a cursore e un galvanometro permettevano di scegliere il voltaggio desiderato e il controllo della corrente. Questo è un antesignano degli apparecchi per ionoforesi.
Rejuvenator
Apparecchio di tipo galvanico funzionante con batterie, queste erano riposte nello scomparto inferiore del contenitore. E' dotato di diversi elettrodi che venivano fatti scorrere sulla cute. 1930 ca.
Links:
Galvanico G. Wohlmuth & Co.
Apparecchio per galvanoterapia costruito dalla G. Wohlmuth & Co. Germania - 1930.
Il principio di funzionamento è molto semplice: una serie di batterie contenuta all'interno dell'apparecchio forniva, tramite un reostato, la tensione necessaria agli elettrodi.
Le applicazioni, come si può vedere dalla foto n°3, erano numerose e curavano quasi tutto....
Galvanico Wohlmuth Zentr.
Apparecchio galvanico della Wohlmuth - Zentrale; usa piccole batterie interne, ha l'inversione di polarità e un reostato per il controllo della corrente di uscita.
Galvanico Boyd's Battery
Ancora un apparecchio miracoloso!
Ideato da J.C.Boyd è stato brevettato negli Stati Uniti ed in Inghilterra nel 1879. Esso è composto da numerosi piccoli dischi di metalli differenti (argento, rame, nichel ) racchiusi da un anello di 3 cm di diametro. Questo ciondolo doveva essere applicato al collo con un filo di seta a diretto contatto con la pelle; la debole corrente prodotta dai differenti metalli, attivata dalla sudorazione avrebbe agito come depuratore del sangue e guarito una grande quantità di patologie (vedi sopra).
E' stato commercializzato in tutta l'Europa e qualche raro apparecchio è arrivato anche in Italia. L'esemplare della collezione è marcato 1879 Lon(don) - Eng(land).
fronte
retro
Cinture Galvaniche
Si possono classificare tra gli apparecchi galvanici dato che erano in sostanza delle lunghe catene di piccole pile voltaiche. Erano apparecchi assolutamente inutili, al limite della frode.
Sanden's Belt
Questa cintura galvanica è composta, come le altre, da una serie di pile voltaiche che erogano una debole corrente. Anche questa ha la proprietà di ripristinare il vigore giovanile, combattere quasi tutte le patologie ma soprattutto, attraverso l’elettrodo scrotale di garantire una vigorosa ripresa dell’attività sessuale! Grande successo di vendita!
For Nervous people, Rheumatic people, Dyspeptic people suffering from Kidney trouble, Indigestion, worn-out Stomach—from the excessive use of drugs—lack of energy, poor memory, sleeplessness, Nervous and Sexual Debility, and all weakness resulting from waste of vital force: for these many other troubles
Le foto mostra la lunga serie di elementi voltaici contenuti all'interno della cintura.
Addison's Belt
Addison's Galvanic Electric Belt, costruita dalla Electric Appliance Company.
All'interno di questa cintura vi era inserita una serie di piccole pile rame-zinco, gli elettrodi terminali scaricavano a livello della cintola una (debolissima) corrente che "ricaricava" e stimolava l'organismo.
Prima di indossarla occorreva attivarla bagnandola con acqua e aceto.
Le sue proprietà terapeutiche erano illimitate, guariva i reumatismi, le paralisi, le malattie del fegato, dei reni e dello stomaco ma era sopratutto efficace contro l'astenia sessuale; inutile dire che ne furono prodotte e vendute grandi quantità...
Pulvimaker's Belt
Isaac Louis Pulvermaker (1815) progettò e mise in vendita attorno al 1850 una cintura galvanica che ottenne un grande successo commerciale. Sostanzialmente non si differenzia molto dalle altre cinture galvaniche dell’epoca: era formata da una lunga serie di piccole pile voltaiche che venivano attivate immergendole in una soluzione di acqua ed aceto. La debole corrente prodotta avrebbe dovuto curare ogni patologia:
These Chains cure, without pain, trouble, or any other medicine, all kinds of Rheumatic, Neuralgic, Epileptic, Paralytic, & Nervous Complaints, Indigestion, Spasms & a host of others.
Questo strumento ha subito negli anni diverse trasformazioni; sfruttando il successo di altre cinture nel campo dell'impotenza anch'essa si è adeguata aggiungendo un'applicazione scrotale.
Questa cintura è stata oggetto di numerose pubblicazioni, riporto 2 testi tratti da libri italiani e francesi: Manuale Teorico Pratico di Elettroterapia di Plinio Schivardi - 1864.
Electricité (Phisique médicale) Electyricité Dinamique.
A dimostrazione del successo di queste cinture riporto un brano tratto da "Madame Bovary " di Gustave Flaubert e riferito alla cintura Pulvemaker - Grazie all'amico Dott. Christian Carletti per la segnalazione.
McLaughlin' Belt
La cintura di del Dr. McLaughlin è praticamente identica a quelle già pubblicate in altre pagine: è composta da una catena di piccole pile voltaiche ai capi delle quali vi sono degli elettrodi posizionati in sede dorsale ma si differenzia per la presenza di uno strano elettrodo cilindrico in alluminio simile ad un piccolo bicchiere che nelle intenzioni doveva servire per "ricaricare" l'uomo affetto da astenia sessuale. Il cilindro infatti doveva essere applicato direttamente sul pene e tenuto in posizione probabilmente con uno slip aderente.
La corrente erogata da questa cintura era debole ma la tensione poteva raggiungere dei voltaggi attorno ai 30-40 volt; questo voltaggio è già tale da provocare effetti molto fastidiosi in una zona così sensibile; probabilmente per questo motivo questa applicazione è stata abbandonata ritornando al più classico, inoffensivo e inutile cappio scrotale. Questo strumento è stato venduto anche in Italia con discreto successo.
Pubblicità dell'Epoca
Herculex Belt
Anche la cintura Herculex è identica alle altre, le indicazioni sono le stesse e l’elettrodo scotale è di serie; la sola modifica che la differenzia sta nella presenza di un piccolo reostato che “dovrebbe” controllare la corrente emessa. E’ stata prodotta dalla Ditta Herculex Co di N.Y. attorno al 1923.
E’ contenuta in una scatola anonima ed è corredata dalle istruzioni per l’uso, dalla garanzia e dalla lettera di accompagno inviata al paziente che l’ha acquistata.
Elettricità e terapia dell'impotenza a Londra nel 1780.
Pubblico un interessante brano tratto dal libro "La Génération Humaine" di J. Witkowski
Traduzione:
- Secondo i suoi sostenitori, l'elettricità produrrebbe dei risultati meravigliosi. A Londra, nel 1780, il dr. Graham fece costruire un magnifico hotel che chiamò "Tempio della Salute" dove egli riattivava la virilità spenta per mezzo di un fluido elettrico. Ecco dal "Courrier de l'Europe" citato da Debay, qualche curioso dettaglio sulle procedure di questo abile specialista:
" I personaggi più distinti e più istruiti dichiarano di non avere mai visto nulla che possa essere paragonato all'eleganza che regna nel Tempio dove si ascoltano delle piacevoli musiche, dove la luce riflessa produce dei bellissimi effetti e dove si respirano dei profumi deliziosi. Il Dr. Graham raccomanda sopratutto molta moderazione nei sacrifici offerti al dio di questo Tempio che è l'Imene. Letti meravigliosi detti letti magneto-elettrici, destinati a risvegliare gli organi assopiti e a provocare intensi piaceri in persone ormai spente, sono installati in sontuosi appartamenti tappezzati di tappeti persiani e guarniti di pitture erotiche. Questi letti sono sostenuti da sei piedi di cristallo e coperti di drappi di satin porpora con frange blu-celeste. In una stanza vicina si trova la macchina da cui esce il fuoco celeste che dei conduttori invisibili conducono ai letti; le persone che vi sono sdraiate si sentono avvolte da una fiamma così vivificante che anche le donne più frigide fremono sotto i dardi del desiderio e gli uomini ormai caduti nell'esaurimento delle forze virili a causa dell'abuso di piaceri, riprendono il loro primitivo vigore; anche le coppie sterili vi trovano la fecondità e le coppie logorate dagli anni ritrovano le brucianti ubriacature della giovane età...."
Mettendo in conto le esagerazioni di questo brano, si può concludere che una tale messa in scena ha potuto, indipendentemente dall'elettricità, stimolare l'immaginazione più refrattaria ai piaceri dell'amore. - Witkowski 1881.
(Vedi anche " Il Viagra di fine '800 ")
Multifunzione galvano faradici
In questi apparecchi vi è un abbinamento delle correnti galvaniche con quelle di tipo faradico.
Multifunzione GFEK
Grosso ed interessante apparecchio multifunzione della ditta G.F.E.K. (Cecoslovacchia).
Galvanico, faradico, cauterizzatore, illuminatore per endoscopia.
Alimentazione 115 Volt.
Multifunzione Rebeyrotte
Grosso ed elaborato apparecchio galvano faradico della ditta Rebeyrotte - A. Malaquin & M. Dutertre - Paris.
In origine era stato progettato per funzionare e pile poi l'ing. A. Bled di Nizza lo ha adattato per funzionare sulla rete elettrica a 110 volt continui.
Per abbassare il potenziale si è fatto uso di 3 lampadine con filamento di carbone; nella parte galvanica si può osservare un grosso galvanometro della ditta Gaiffe; la parte faradica presenta una doppia bobina intercambiabile ed una manopola per variare l'accoppiamento induttivo.
La rete urbana di distribuzione non era ancora in corrente alternata.
Multifunzione Diamatic
Apparecchio multifunzione di recente costruzione: è un generatore a 4 canali di corrente continua per ionoforesi commutabile in un apparecchio di tipo faradico - Tens che genera treni d'onda regolabili in frequenza ed in intensità. Praticamente è un'evoluzione moderna degli antichi apparecchi faradici e galvanici.
Dinamo - tensioni pulsanti
Le tensioni erogate da questi apparecchi sono di tipo pulsante e si aggirano attorno ai 20-40 volt; le scosse erano ben avvertite dai pazienti di conseguenza l'effetto placebo poteva in alcuni casi funzionare; al di là di questo erano assolutamente inefficaci sotto il profilo terapeutico.
Magneto Electric
Magneto Electric Machine (David Kidde patented 1850) E’ una semplice dinamo. Il paziente teneva in mano i 2 elettrodi cilindrici mentre il medico girava la manovella . Qualche minuto di fastidiose scosse elettriche e il paziente era guarito...Questo apparecchio appartiene alla serie più antica, lo dimostra la ruota di trascinamento in bronzo dorato.
Magneto Electric Machine (David Kidde patented 1850) Est une simple dynamo, le patient tenait dans la main les 2 électrodes cylindriques pendant que le médecin tournait la manivelle....quelques minutes de fastidieuses secousses électriques et le patient était guéri....
Magneto Electric Machine (David Kidde patented 1850) It is a simple dynamo. The patient was keeping in hand the 2 cylindrical electrodes while the doctor was turning the handle. Some minute of troublesome electric shocks and the patient had recovered......
Machine Magneto Electrique
Del tutto identica alla Magneto Electric Machine inglese; è una semplice dinamo che invia al paziente delle tensioni pulsanti.
Elektroroller
Del 1930 circa. La dinamo interna è mossa da 2 rotelle metalliche che scorrono sulla pelle, queste si comportano da elettrodi e provocano la contrazione dei muscoli sottostanti.
1930 env. Une dynamo interne est mise en rotation par 2 roulettes métalliques qui glissent sur la peau, elles se comportent comme électrodes et provoquent une contraction des muscles situé au-dessous.
1930 ca. 2 small metal wheels move an internal dynamo, they run on the skin and behave as electrodes and cause a contaction of the submitting muscles.
Cauterizzatori Elettrici (vai qui su altra pagina)
Oxydonor
Truffaldino apparecchio venduto in migliaia di esemplari in Canada, negli Usa ma anche in Francia ed in Italia.
Uno dei più spudorati truffatori in campo medico è stato il dott. Hercules Sanche. Nel giugno del 1890 brevettò un apparecchio che non aveva alcuna base scientifica: un contenitore di metallo riempito di polvere di carbone era immerso in un boccale d'acqua fredda, attraverso non si sa quale processo elettrolitico si sarebbe dovuto formare dell'ossigeno che veniva veicolato al paziente attraverso una comune cordicella colorata. Anche una persona del tutto spovvista di cognizioni scientifiche avrebbe dovuto accorgersi della truffa ma il battage pubblicitario accompagnato da attestazioni mediche fu tale che questo oggetto fu venduto in migliaia di esemplari in tutto il mondo.
Ozonizzatori
La scoperta delle proprietà ossidanti e disinfettanti dell’ozono ha fatto sperare che questo gas potesse avere un' attività terapeutica nelle patologie polmonari molto numerose a quel tempo; purtroppo non si era ancora evidenziata la sua azione tossica ed irritante per cui si sono avuti più danni che benefici.
Gli apparecchi per la produzione di questo gas sfruttavano la proprietà delle scariche elettriche di dissociare le molecole di ossigeno: l’aria veniva convogliata tra le armature di una speciale condensatore di vetro alimentato da alta tensione, le molecole di O/2 venivano bombardate dagli effluvi elettrici (microscariche senza scintilla) e si trasformavano in O/3, venivano poi inalate dal paziente o disperse nell’ambiente.
Ozonizzatore di Oudin
Immagine tratta dal catalogo della ditta Max Kohl Chemnitz.
E' probabilmente lo strumento più antico per la produzione di ozono per mezzo dell'elettricità.
Un rocchetto di Ruhmkorff alimentato da una pila forniva l'alta tensione al dispositivo ozonizzante.
Una pompa a mano convogliava l'aria nel tubo dove l'ossigeno veniva scisso; dall'uscita superiore usciva l'aria arricchita di ozono che veniva inalata dal paziente.
Ozonizzatore Alta frequenza - 1920-1930
Questo apparecchio è sostanzialmente un "Violet Ray" con un elettrodo specifico per l'inalazione nasale di ozono.
Era alimentato dalla rete elettrica a 110 volt; all'interno del manipolo vi era un piccolo vibratore elettrico che alimentava un trasformatore di Tesla, questo produceva una tensione elevata ad alta frequenza che scaricava nell'elettrodo a tubo.
Come per l'ozonizzatore di Oudin l'aria veniva soffiata da una peretta all'interno del tubo ed usciva arricchita di ozono all'applicatore nasale.
Ozonizzatore Elettrodo
Lampada ad effluvio per la produzione di ozono; l'alta tensione veniva applicata all'elettrodo interno (filo verde) ed alla calza metallica esterna.
La lampada era inserita in un tubo a "U" provvisto di una presa d'ingresso per l'aria e di una per l'uscita dell'ozono.
E' possibile osservare lo schema applicativo nella pagina della rivista: "Electronique Applications" su cui è appoggiato il tubo.
Ozonizzatore Elettronico
Apparecchio ozonizzatore ambientale, quindi non per inalazione diretta.
E' un apparecchio relativamente recente costruito dalla ditta MEGEVE attorno agli anni 1960, è alimentato dalla tensione di rete a 220 volt ed ha una circuiteria di tipo elettronico.
Attraverso la griglia anteriore è possibile intravedere 2 lampade ozonizzatrici simili all'elettrodo per ozono pubblicato nelle pagine precedenti.
Produce una discreta quantità di ozono.
Ozonizzatore Falso
Come era già avvenuto in altri casi l'ignoranza scientifica ha permesso di brevettare e commercializzare apparecchi truffaldini.
L'OZONATEUR. Paris, produceva di tutto tranne che ozono.
In effetti era un semplice evaporatore di una soluzione più o meno balsamica venduta a caro prezzo dalla ditta francese.
Non più onesta è la pubblicità dello stesso apparecchio venduto negli USA con il nome di "PROTECTUS" Disinfector; anche in questo caso la depurazione dell'aria, secondo la ditta distributrice, è ottenuta tramite la produzione di ozono.
Ozonatore Berger (vedi anche le lampe Berger)
Gli apparecchi: l'Ozonizzatore di Oudin, l'Ozonizzatore Alta frequenza, l'Elettrodo HT e l'Ozonizzatore Elettronico Megeve erano dei veri ozonizzatori e producevano realmente questo gas mentre altri, vedi l'Ozonateur Paris o l'Ozonatore Berger si sono appropriati scorrettamente del termine "Ozonatori" essendo solo dei semplici diffusori di essenze aromatiche e non di ozono.
Alta Frequenza - Violet Ray.
Sono apparecchi basati su circuiti risonanti ad alta frequenza tipo Tesla e generano una tensione molto alta ma inoffensiva. Gli elettrodi di vetro contengono del gas a bassa pressione: quando vengono messi a contatto con la pelle si illuminano di una luce rosa o violetta a seconda del gas contenuto, il paziente avverte un formicolio ed un leggero odore di ozono.
L'effetto terapeutico è molto dubbio ed il loro uso è stato proibito in numerose nazioni; sono classificati come "quack machines".
Alta Frequenza - Violet Ray - Ch. Chardin
Il marchio Chardin è stato uno dei più prestigiosi in campo elettromedicale. Ho pubblicato l'interno di questo strumento per mostrare la cura dei suoi componenti.
Questo apparecchio era corredato di 3 elettrodi in vetro e di uno completamente metallico, la tensione di alimentazione poteva essere selezionata tra 110 e 220 volt.
Alta Frequenza - Violet ray Medicus Bachmann
Apparecchio ad alta frequenza della ditta tedesca Medicus e commercializzato da Bachmann. E' corredato di 22 elettrodi e dispone di 2 controlli: uno per la frequenza ed uno per l'intensità della corrente.
Alta Frequenza - Violet Ray Felma - Società Elettromedica, Milano
Violet ray prodotto dalla ditta Felma e commercializzato in Italia dalla Società Elettromedica - Apparecchi ad Alta Frequenza - Milano. Oltre al ricco corredo di elettrodi convenzionali, questo apparecchio dispone di uno strano elettrodo a rullo per massaggio esteso; da un lato vi è un'impugnatura in ceramica dall'altro il manipolo del violet ray collegati tra di loro attraverso un'asta metallica passante su cui ruota l'elettrodo stesso. Quando è attivo si illumina di una luce rossastra.
Alta Frequenza - Violet Ray Felma piccolo
Piccolo apparecchio prodotto dalla Ditta Felma; è corredato di 3 elettrodi e dispone di un regolatore per la frequenza ed uno per l'intensità di corrente
Alta Frequenza Violet Ray - Hf Sem.
Apparecchio prodotto dalla Ditta Sem probabilmente Italiano; funziona a 120 volt e dispone di 3 elettrodi in vetro e di uno metallico. Ha solo la regolazione della frequenza.
Alta Frequenza - Violet ray Marvel Simplex
Apparecchio prodotto dalla Marvel Francese, il generatore di impulsi è contenuto nel manipolo dove si trova anche la bobina che produce l'alta tensione ad alta frequenza. Funziona con una tensione di 120 volt.
Alta Frequenza - Violet ray Ixu - Francia
Apparecchio ad alta frequenza marca IXU Francia. Ha a corredo 9 elettrodi uno dei quali è a pennello; funziona a 120 volt
Alta Frequenza - Violet Ray - Vita - France
Violet Ray prodotto dalla ditta Unis Vita Francia e commercializzato da R.A.V. Gentilly. Ha un regolatore di intensità di corrente ed un commutatore 120 220 volt. Ha un corredo di 10 elettrodi.
Alta Frequenza - Violet Ray Unis Vitalis Paris
Violet Ray della ditta UNIS Modello Vitalis. Rispetto all'analogo apparecchio Mod. Vita questo è più elaborato, ha un amperometro per il controllo della corrente e 11 elettrodi.
Alta Frequenza - Violet Ray Wapa Germany
Violet Ray della ditta WAPA Strahler Germany. Non ha un cambio tensione e si dichiara che l'apparecchio può funzionare da 80 a 250 volt. E' corredato di 10 elettrodi.
Elettrodi per Alta Frequenza - Violet ray
La fantasia dei costruttori si è veramente sbizzarrita: non esisteva patologia che non trovasse beneficio da queste applicazioni ed ognuna aveva il suo elettrodo. Anche gli organi interni raggiungibili (bocca, naso, utero, vagina, ano) potevano essere trattati con l'alta frequenza...immaginiamo con quale gioia dei pazienti dato che le scariche anche se inoffensive, provocavano sicuramente su zone delicate delle sensazioni molto spiacevoli.
Questo è un esempio del grande numero di elettrodi proposti dalla ditta Unis Vita nel 1932, questi elettrodi emettevano una luce azzurrina o rossastra (neon), la produzione di ozono non era legata al tipo di gas ma piuttosto alla scarica ad effluvio dell'alta tensione sulla pelle. I vetri potevano essere al quarzo o al radium; questi ultimi, diceva il foglio illustrativo, avevano dato dei risultati straordinari grazie all'azione combinata dell'alta frequenza e dell'emanazione radioattiva (sic).
Per non essere da meno la Ditta IXU ha proposto ben 71 tipi di elettrodi con le relative applicazioni.
Gli elettrodi di questi apparecchi malgrado le svariate forme sono sostanzialmente dei tubi di Geissler: se sottoposti ad alte tensioni si illuminano col colore caratteristico del gas in essi contenuto; l'effetto visivo è decisamente accattivante.
Bleadon Dunco Chicago
Semplice apparecchio statunitense con 2 elettrodi.
Ing. Paolo Bruno Milano Napoli
Questa ditta si era specializzata nella commercializzazione di apparecchi elettromedicali che probabilmente acquisiva all’estero e rivendeva sul mercato italiano
Bogro - Munchen - Apparecchio tedesco
Electrosan - Strumento francese con 14 elettrodi
Elettrosan Milano
Apparecchio completo con regolazione dell’intensità e della frequenza di scarica
Elettrosan Milano
Apparecchio multifunzione: oltre a Violet rays ha delle uscite per endoscopia, caustica ed aria calda.
Emesay Inghilterra
Apparecchio inglese con regolazione dell’intensità
Fears Baden
Apparecchio tedesco semplice con regolazione dell’intensità
Felma Italia
La ditta Felma ha prodotto numerosi apparecchi per il mercato italiano, ha 2 regolazioni intensità e frequenza.
Felma 1 Italia
Apparecchio quasi identico al precedente.
Felma 2 Italia
Apparecchio identico al Felma 1.
Felma 3 Italia
Apparecchio identico al Felma 2.
Hegrosan Germania
Apparecchi molto semplice con regolazione dell’intensità. 110 220 volt.
Ixu, Francia
E’ un apparecchio molto semplice e di fattura vecchia, molto diffuso in Francia. La tensione d’ingresso poteva essere regolata da 80 a 220 volt
Phonix origine non identificabile
Apparecchio molto privo di regolazioni e semplice.
La tensione di ingresso è solo a 110 volt.
Horus Germania
Grossa valigetta, l’eccitatore è molto semplice con cambia tensione e regolatore d’intensità
Avus
Apparecchio cecoslovacco commercializzato dalla ditta Gustav Susicky Praga.
Jnnerva
Violet ray di fabbricazione tedesca 1930 -1940
Kos
Violet ray prodotto in Austria 1930 ca.
Kos
Violet ray prodotto in Austria 1930 ca.
Mobil
Violet ray costruito in Austria 1930 ca.
Original-Superviolett
Commercializzato dalla ditta C.O. & V. Cosulich di Trieste.
Original-Superviolett (altro modello)
Commercializzato dalla ditta C.O. & V. Cosulich di Trieste.
Radiostat
Violet ray tedesco , con la scritta Erdschlussfrei (Esente da guasti a terra) ? e la sigla DRP . Questa non era il nome del produttore ma l'indicazione che l'articolo era stato registrato come "Deutsches Reichtspatent", in altre parole brevettato all’epoca dell'Impero tedesco .
Ranax
Violet ray – sconosciuta l’origine
Renovateur
Violet ray, francese molto vecchio funzionante anche con la rete a 80/130 oppure 130/150.
R.E.M
Paris Violet ray francese funzionante con una tensione minima di 80 Volt massima 250Volt.
Saneta
Prodotto dalla ditta ETA probabilmente francese;è un apparecchio con diverse funzioni: farad, tesla, arsonval; in realtà non si differenzia dai normali violet ray.
Tefra Allstrom
Commercializzato dalla società Elettromedica Milano.
Triumph type A.
Cambia tensione 110/220 volt presumibilmente anni 1940/50.
Unis
Les raions qui guerissent ETS Pierre et Cie.Paris (Unis France).
Unix
Violet Ray prodotto dalla ditta Unis Vita Francia e commercializzato da R.A.V. Gentilly. Ha un regolatore di intensità di corrente ed un commutatore di tensione 120 220 volt. Ha un corredo di 10 elettrodi.
Vitalis
Prodotto dalla ditta Unis Francia - Les raions qui guerissent ETS Pierre et Cie.Paris.
Wecko Lux
Prodotto tedesco con cambio tensione 110/220 ;presumibilmente anni 1950.
Il Ventil Pantostat è un dispositivo elettromedicale sviluppato da Siemens negli anni '30 del XX secolo; questo strumento veniva utilizzato principalmente per il trattamento di patologie dermatologiche e reumatiche tramite l'applicazione di correnti elettriche al corpo del paziente. E’ un apparecchio ormai raro alimentato con corrente akternata 110-220 volt; un esemplare simile è visibile sul sito del museo Sverresborg Trondelag Folkemuseum (Norvegia) In Italia è stato commercializzato verso il 1935-1940 dalla ditta Gorla Siama di Milano, ditta assorbita poi dalla Siemens attorno agli anni sessanta. Questa ditta ha mantenuto la stessa ragione sociale ma ha abbandonato la commercializzazione di apparecchi elettromedicali per specializzarsi nel campo radiologico. Nelle collezioni scientifiche è possibile trovare un apparecchio elettromedicale multifunzione con lo stesso nome Pantostat,. Questo è uno strumento prodotto dalla ditta Reiniger, Gebert und Schall e non ha nessuna relazione con quello della Siemens , è molto ingombrante e spesso è montato su un tavolino scorrevole.
Tridux
Dispositivo medico Tridux costruito dalla ditta svizzera Oscar Linder di San Gallo (CH).
E’ un apparecchio complesso e multifunzione con 3 uscite: corrente galvanica, corrente sinusofaradica e corrente combinata galvano-sinusofaradica.
Un esemplare simile è esposto al Museo EBM di Münchenstein.
Lo strumento misura: larg. 38 cm, prof. 24,5 cm e alt. 31 cm; Il peso è di 11,5 kg circa.
Basus &Tesar Praha II
E’ un apparecchio che richiama sia nella forma che nelle funzioni la serie di apparecchi faradici Spamer che sono stati copiati con alcune variazioni da molte ditte: francesi, tedesche e italiane.
Questo apparecchio faradico portatile è stato costruito dalla ditta Basus Tesar di Praga. Le batterie erano racchiuse nella parte sottostante dell’apparecchio. E’ corredato da un galvanometro magnetico, un invertitore di polarità e da 2 cursori per la regolazione della tensione e dell’intensità di corrente.
Raro apparecchio per elettroshock
Prodotto dalla ditta Giunta di Milano 1938-1940, ditta specializzata nella costruzioni di apparecchi elettromedicali E’ uno dei primi apparecchi per elettroshock; il pannello con i comandi è molto semplice, la prima manopola permetteva un controllo approssimativo della tensione applicata alla testa del paziente con 2 elettrodi (mancanti), la seconda manopola stabiliva il tempo di scarica in frazioni di secondo.
Elettroshock: la terapia elettroconvusionante.
Negli anni ’30, Ugo Cerletti e Lucio Bini, due neurologi italiani, introdussero questa tecnica, gettando le basi per il suo utilizzo. Tuttavia, fino ad oggi, l’effettiva efficacia e l’opportunità di questa terapia rimangono ampiamente dibattute.
Pantostat - Catalogo Charles Lentz Sons 1919 - Philadelphia
Apparecchio per elettroterapia funzionante con la corrente di rete che però non veniva applicata direttamente al paziente: un generatore elettricamente separato produceva la tensione necessaria per le varie funzioni: stimolazione faradica, galvanica, caustica illuminazione endoscopica. Questo metodo proteggeva dal rischio di folgorazione in quanto il paziente era completamente isolato dalla rete elettrica.
Ditta Ing. Paolo Bruno - Elettrologia radiologia medica - Napoli Via Gius. Ricciardi , 28
Questa è la versione Italiana del Pantostat; è chiaramente ispirata e copiata dall’originale americano con motore e generatore separati, la struttura è sostanzialmente la stessa: il paziente era isolato dalla rete elettrica, cambiano solo le manopole ed alcuni particolari del quadro comandi. Anche le funzioni sono identiche: caustica, endoscopia, stimolazione galvanica e faradica
Pubblicità e immagini di elettromedicali 1900
(Publicité et images d' appareils électromédicaux, 1900
Advertising and images of electro-medical instruments in 1900.)
In fondo all'interessante libro del dott. Giulio Mòglie intitolato "La Terapia Fisica-Teoria e Applicazioni" del 1904 vi sono alcune pagine con la pubblicità di apparecchiature per elettroterapia.
Altre immagini tratte da libri o riviste della collezione.
Per sorridere...
" Qualche piccola scossa ...poi starà subito meglio! "
Risorse web:
- Appareil portatif d'induction d'après le Dr. Spamer
- Quack Medicine
- Une collection de coffrets d'électrothérapie 1850-1900
- Your Guide to Quackery, Health Fraud, and Intelligent Decisions
- Histoire du bistouri électrique chirurgical en France
- Museo della Fisica Medica
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