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Chirurgia
Stampa originale tratta da Elementi di Chirurgia di A.G.Richter
E’ triste doverlo constatare ma le guerre hanno dato un notevole contributo all’evoluzione ed al miglioramento degli strumenti chirurgici, non è un caso che Ambroise Paré (1509-1590), uno dei primi grandi chirurghi della storia della medicina si sia formato ed affermato sui campi battaglia.
Le gravi lesioni dei feriti richiedevano strumenti appropriati che venivano ideati di volta in volta dai chirurghi e realizzati da valenti artigiani; le pubblicazioni di chirurgia dell’epoca e più tardi le enciclopedie (vedi Diderot e D’Alembert o Panckoucke) sono ricche di illustrazioni e ci mostrano quanto fervida fosse la fantasia e l'abilità dei progettisti.
Questa strumentazione era usata esclusivamente dai chirurghi-barbieri; occorre ricordare infatti che per lungo tempo vi fu una netta distinzione tra il medico che conosceva i classici latini e che formulava diagnosi tramite l’esame del polso o delle urine ed il chirurgo-barbiere che non aveva fatto studi accademici e che si "sporcava le mani" nelle ferite usando i ferri, tra i lamenti dei disgraziati pazienti (non esisteva l’anestesia) e il fetore delle piaghe infette.
L'atto chirurgico era sempre una "extrema ratio" e si interveniva quando altrimenti il paziente sarebbe sicuramente morto, un ottimo chirurgo era colui che riusciva a salvare il 10 - 20% dei suoi operati. Henri de Mondeville (1260 -1320) nel suo trattato "Chirugie" consigliava di provare le nuove tecniche chirurgiche dapprima sui poveri perché in caso di insuccesso il chirurgo avrebbe potuto più facilmente difendersi ed invece in caso di risultato positivo questo sarebbe servito da esempio presso la clientela ricca....
Con Ambroise Paré in Francia e con Giovanni Alessandro Brambilla (1728 – 1800) in Italia - Austria la chirurgia ha assunto pari dignità con la medicina e con l'introduzione dell'antisepsi e dell'asepsi la mortalità postoperatoria si è ridotta in maniera drastica. (vedi anche Sterilizzazione)
Se oggi possiamo affrontare un intervento senza troppi patemi dobbiamo ringraziare i pionieri dell'asepsi e dell'antisepsi: Joseph Lister (1827- 1912) e Lucas Championnière (1843 - 1913) che hanno introdotto la disinfezione in sala operatoria con l'uso dell'acido fenico; Philipp Semmelweiss (1818 - 1865), Emilio Behring (1854 - 1917) e l'italiano Giuseppe Ruggi (1844-1925) che, insieme ad altri, si sono battuti per introdurre rigorose misure igieniche nelle corsie degli ospedali e infine non bisogna dimenticare le ricerche fondamentali di Pasteur e quelle del ricercatore italiano Agostino Bassi a cui lo stesso Pasteur si è ispirato.
Sonde per estrazione proiettili ed esplorative
Stylet de Nelaton - Nelaton's bullet probe
Dettaglio
Con l'avvento delle armi da fuoco i chirurghi hanno dovuto far fronte a nuovi e gravi problemi; mentre una freccia era visibile ed accessibile, la pallottola era difficile da individuare e da estrarre perché penetrava profondamente nei tessuti: si ricorreva allora a sonde che davano una indicazione approssimativa della localizzazione. Solo la scoperta dei raggi X ha permesso di risolvere questo problema; rimando a questo proposito all'interessante lettura del piccolo libro "I Raggi Rontgen" del 1896 che ho pubblicato integralmente.
Sonda cerca-proiettili di Nelaton con testa esploratrice in porcellana grezza - cm 33. Dopo essere stata introdotta nella ferita, quando la sfera di porcellana incontrava un ostacolo, veniva ruotata e sfregata sullo stesso; ritirando la sonda se l'oggetto ostruttivo era una pallottola di piombo sulla porcellana era possibile rilevare tracce metalliche, l'osso invece non lasciava tracce.
Sonda Nelaton e pinza Baldinelli per l'estrazione delle pallottole.
L'immagine è tratta da un catalogo di fine 1800.
Curiosità storiche
Nelaton ( 1807- 1873) deve la fama alla sua riconosciuta abilità di chirurgo ma anche al fatto di aver curato la ferita d’arma da fuoco riportata da Garibaldi in Aspromonte nel 1862.
Il proiettile ritenuto nella caviglia era introvabile (non esistevano ancora i raggi X); per 2 mesi numerosi chirurghi ben 26, si erano cimentati nella ricerca senza successo; Nelaton con la sua sonda munita di una sfera di porcellana e probabilmente con un po’ di fortuna riuscì ad individuarlo facilitando l'intervento per l'estrazione effettuato successivamente dai dott. Zanetti e Basile.
Non volle essere pagato per questo consulto perché disse che era stato un grande onore per lui aver salvato la vita ad un eroe.
Nella foto: Garibaldi e Nelaton dopo il consulto.
Vignetta storica divertente
Vignetta umoristica del 1862 contro la classe medica da "Medicina e Farmacia nelle Caricature Politiche Italiane" Garibaldi ferito e non ancora operato, è attorniato da un gran numero di medici incapaci di estrarre il proiettile che lo ha colpito alla caviglia. Il fantasma di Cavour morto l’anno prima gli consiglia di liberarsi dalla quella pletora e di affidarsi ad uno solo, "per il bene suo e per la tranquillità dell’Italia".
Sonde elettriche per la ricerca di proiettili
Prima della scoperta dei raggi X, la ricerca e l'estrazione dei proiettili dalle ferite era un problema di non facile soluzione. Nelle pagine dell'Enciclopedia Medica Italiana del 1880 sono descritti, oltre alla sonda di Nelaton, anche 2 "esploratori" elettrici, strumenti rivoluzionari e molto evoluti per l'epoca: la sonda di Trouvé e quella di Baldinelli; il loro funzionamento era praticamente identico: la sonda era composta da 2 fili isolati tra loro tranne che nella parte finale; quando i due terminali scoperti toccavano un oggetto metallico, si chiudeva il circuito elettrico composto da una pila e da un ronzatore che si attivava emettendo delle vibrazioni (Trouvé) o facendo suonare un campanello (Baldinelli).
Un altro tipo di sonda elettrica molto interessante e concettualmente differente dalle precedenti, è quella pubblicata più sotto e che fa parte della collezione (vedi anche foto a lato).
In questo caso il circuito non prevedeva l'uso di una pila; la tensione che provocava un "gracchiamento" nell'auricolare era generata 1) dalla differenza dei metalli degli elettrodi, 2) dal corpo del paziente e 3) dal contatto con il metallo del proiettile; si formava una specie di pila voltaica con una tensione di circa 1 volt e con una corrente molto debole ma sufficiente ad azionare un buon auricolare.
A lato è pubblicato il disegno di uno strumento simile, ripreso dal libro "Antique Medical Instruments"; l'elettrodo sferico dell'apparecchio precedente è stato sostituito da una specie di cucchiaio di alluminio che il paziente teneva in bocca.
Dal catalogo Down Brothers 1914
Hedley's telephonic bullet probe.
L'elettrodo rettangolare doveva essere bagnato con una soluzione salina e messo a contatto con il corpo del paziente. Il principio di funzionamento è analogo ai precedenti strumenti.
Palle in piombo di archibugio - Balles de plomb - Lead bullets
Palle di archibugio di vari calibri (Guerra Civile Inglese) alcune con evidenti deformazioni da impatto. Il chirurgo di allora doveva cimentarsi con proiettili come questi; per prima cosa era necessario localizzarli poi tentare di estrarli con le pinze, il tutto ovviamente senza anestesia!
Questo piccolo proiettile di 1,5 cm di diametro probabilmente racchiude in sé una storia drammatica. Il collezionista, un medico americano che mi ha ceduto questo oggetto mi ha scritto di averlo trovato insieme a circa 150 altri proiettili di calibro differente sotto la finestra di una fattoria che era stata adibita ad ospedale durante la battaglia di Cross Keys in Virginia (1862). La stanza a piano terra dove era collocata quella finestra era sicuramente la sala di medicazione dove venivano prestate le prime cure e le palle di piombo gettate dalla finestra erano quelle estratte dalle ferite. Osservando attentamente alcuni proiettili egli si è accorto che quattro di questi ( incluso quello presentato in questa pagina ) presentavano sulla superficie numerose incisioni irregolari compatibili con delle impronte di denti. Le sue ricerche negli annali della storia medica militare degli USA (il medico collezionista è stato medico militare) gli hanno confermato quella che era una sua prima ipotesi: durante le dolorose medicazioni, ai feriti in mancanza di anestesia, venivano dati degli oggetti: pezzi di legno, stoffa ecc da stringere tra i denti; era però in uso tra i militari i più duri mordere un proiettile di piombo, forse lo stesso che li aveva colpiti. Nessuno può sicuramente affermare che questa palla sia servita allo scopo, tuttavia le tracce ben evidenti sulla sua superficie fanno ragionevolmente propendere per questa ipotesi; la mia sola riserva è legata alle piccole dimensioni della palla che, se mal trattenuta tra i denti, poteva scivolare in faringe con il rischio di ostruire le vie aeree. Resta comunque il fatto che questo proiettile, vera o falsa che sia l’ipotesi, fa pensare a quanto fosse difficile e terribile la vita dei feriti in quell’epoca.
Sotto: il proiettile ingrandito e fotografato sotto diverse angolazioni
Proiettili impattati - Battaglia Solferino San Martino 1859. Nascita della Croce Rossa
Proiettili sparati con fucili Minié ad avancarica dalle truppe franco-piemontesi contro quelle austriache nella sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino (Mantova) il 24 giugno 1859. E' spaventosa la cifra dei caduti; in quella giornata vi furono più di 15.000 morti ed un numero enorme di feriti la maggior parte dei quali sono poi deceduti nei giorni successivi.
Questi proiettili ogivali, tutti con segni d'impatto hanno un diametro di circa 20 mm quindi si può immaginare la devastazione che potevano provocare quando colpivano il bersaglio. Nell'ossario di Custoza sono pietosamente raccolti e accumunati migliaia di teschi dei due schieramenti (...assurdità e ipocrisia della guerra...), i più "fortunati" di questi caduti sono quelli che hanno ricevuto una pallottola nella testa per una morte istantanea, molti di questi crani presentano grossi fori d'entrata dei proiettili.
Croce rossa Internazionale: Henry Dunant (1828 - 1910) commerciante evangelico svizzero era presente il giorno della battaglia e fu sconvolto dalla carneficina e dalla disorganizzazione dei soccorsi, cercò allora di mettere in atto una improvvisata assistenza ricoverando i feriti dei due schieramenti, senza alcuna discriminazione nel Duomo di Castiglione Delle Stiviere, aiutato attivamente dalla popolazione locale. Profondamente toccato da questi tragici avvenimenti fondò qualche anno dopo la Croce Rossa Internazionale per il soccorso a tutti i feriti di guerra indipendentemente dalla loro divisa. Nel 1901 ottenne il Premio Nobel per la Pace.
A lato un francobollo commemorativo di Henry Dunant emesso dalla Guiné-Bissau nel 2003.
MUSEO INTERNAZIONALE DELLA CROCE ROSSA
Via Garibaldi, 50 – 46403 Castiglione delle Stiviere (MN) Lombardia – Italy - Tel. +39 0376 638505
Sito web: Museo Internazionale della Croce Rossa
Antico tutore per gamba sinistra
Pesante tutore in ferro per la gamba sinistra, lunghezza 50 cm, plantare 19,5 cm.
Per informazioni più dettagliate: Curiosità - Antico tutore di ferro
Vettura chirurgica mobile tipo Boulant 1912 Francia
Molto all'avanguardia per l'epoca è la sala chirurgica mobile tipo Boulant appositamente progettata per interventi chirurgici urgenti sui campi di battaglia.
Immagini tratte da Larousse Mensuel del 1912
Rasoi e Bisturi - Rasoirs et Bistouris - Razors and Scalpels.
Consiglio chi fosse interessato alla ricerca dell’etimologia della parola bisturi ed alla evoluzione strutturale di questo strumento di consultare Google nella sezione libri on line che pubblica integralmente “L’Histoire de Percy”. Da pagina 50 in poi vi è un’interessante documentazione storica sugli strumenti da taglio dall’epoca romana ed araba per arrivare più tardi ad un attrezzo chiamato “rasorium” che probabilmente assomigliava ad un coltello a serramanico con la lama appuntita. Successivamente la punta fu eliminata e la lama assunse una forma rettangolare diventando molto simile a quella dei rasoi moderni.
Questo “rasorium” o rasoio serviva indifferentemente per tagliare la barba e per le incisioni chirurgiche; più tardi i barbieri-chirurghi, forse per differenziarsi dai comuni barbieri ma anche per motivi di funzionalità modificarono nuovamente il rasoio rendendolo appuntito, curvo, con un doppio lato tagliente ed innestato su un manico diritto (vedi anche "lancette"). Secondo Percy questi coltelli con doppia curvatura furono chiamati “cultelli bistorti” da cui sarebbe derivato l’attuale nome di “bisturi”.
Bisturi - Lancette - Scalpel Fleam.
Bisturi per piccoli interventi; questi utensili con lama a doppio taglio venivano usati per piccole incisioni cutanee o come lancette per salasso.
Potrebbero essere databili dal 1700 all'inizio del 1900.
L'immagine a lato/sotto è tratta dal libro "Antique Medical Instruments".
Bisturi-lancetta con manico in ebano.
La punta è affilata sui due lati, la parte tagliente si prolunga lungo la convessità del bisturi. Databile attorno al 1850.
Rasoio
Il rasoio ha fatto parte sino a pochi anni fa dello strumentario fisso del medico, vedi i cataloghi di inizio 1900 pubblicati più sotto; era usato come microtomo per preparazioni microscopiche oppure era inserito a corredo degli astucci portaferri come vero strumento chirurgico.
Strumenti chirurgici in tartaruga.
La costruzione di questi strumenti con custodia di tartaruga è probabilmente anteriore al 1850 prima cioè dell'asepsi; con la bollitura infatti, questo materiale si sarebbe immediatamente deteriorato. Non tutti i chirurghi potevano permettersi degli strumenti di questo tipo: la tartaruga infatti era un materiale pregiato.
Il primo strumento è per la sua struttura a metà strada tra il rasoio propriamente detto ed il bisturi, è firmato Palmerini (?) , misura chiuso 10 cm.
Il secondo ha da un lato un tenaculum dall'altro un ago a punta smussa e non ha marcature visibili. Misura 10,5 cm.
Strumenti simili sono pubblicati sul catalogo Tiemann.
Set chirurgico Fugini in tartaruga
Trousse chirurgica marcata Fugini - Brescia - 1860 / 70 - 16x8x3,5 cm, comprendente 15 oggetti in tartaruga (bisturi, tenaculum, lancette), una pinza a forbice, una pinza emostatica mod. Fugini, una sonda scanalata, uno specillo in argento bottonuto da un lato e crunato dall'altro, ed un lungo sondino in argento scomponibile in due pezzi. Questo set è particolarmente interessante, per ulteriori informazioni cliccare qui: Set Fugini
Piccoli set chirurgici
Trousse chirurgica marcata Lollini composta da 6 bisturi con manico in ebano.
Trousse chirurgica o da dissezione con 6 bisturi di varie dimensioni, manico in ebano, con un ago per sutura e una pinzetta.
Trousse chirurgica militare - Trousse pour les chirurgiens de l'armée
Trousse medico-chirurgica in dotazione ai medici militari francesi marcata DRAPIER & FILS
Immagine tratta dal Catalogo Mathieu - Paris et Lyon - con una trousse quasi identica :"Trousse réglementaire pour les chirurgiens de l'armée".
Pietra affila bisturi
Negli ospedali da campo quando i bisturi perdevano l'affilatura si rimediava con la pietra abrasiva contenuta nell'astuccio in pelle; il set era a corredo della trousse pubblicata sopra. Questo da un'idea delle disastrose condizioni nelle quali il chirurgo doveva operare
Antichi strumenti chirurgici romani I° sec d.C. - Copia
Gli strumenti pubblicati a lato sono una copia di quelli esposti al Museo Nazionale di Atene. Gli archeologi hanno dato alcune indicazioni d'uso che a mio parere sono piuttosto fantasiose.
Amputazione
Benda Emostatica di Esmarch - Bande d'Esmarch (1823 - 1908)
Esmarch Friedrich (1823 1908 - Kiel) è ricordato sopratutto per la benda che porta il suo nome. Era una fasciatura elastica in gomma ideata nel 1869 per comprimere l'arto da amputare al fine di bloccarne la circolazione del sangue. La scatola è probabilmente della fine 1800.
Laccio di Esmarch
Laccio emostatico in gomma di Esmarch; lo strozzatubo in bronzo permetteva di bloccare rapidamente il laccio e di stringerlo alla tensione desiderata. Sul catalogo Collin è pubblicato un altro tipo di strozzatubo: fixe-garrot del prof. Finocchietto. Le immagini pubblicate sopra sono tratte rispettivamente dal catalogo Down Bros e dal catalogo Hatteroth - Dono di Lorenzo Brambilla (grazie).
Coltelli per amputazione della coscia
Coltelli G. Riva a Bastia
Coltello Charrière
Coltello da amputazione coscia firmato Charrière à Paris - lunghezza lama 21 cm - totale 32. - Circa 1850.
Coltello da amputazione della gamba
Vecchio coltello per amputazione della gamba o braccio - lunghezza lama 13 cm - Catalogo Guillot
Coltelli per amputazione interossea
Coltelli per amputazione interossea caratterizzati dal doppio lato tagliente - lunghezza della lama rispettivamente 9,00 cm e 10,5 cm. - Catalogo Guillot
Rugine Pr. Farabeuf
Scalpello - rugine con manico in ebano; questo strumento è anteriore alla sterilizzazione degli strumenti.
Trocart - Trequarti
Due antichi trocart, sopra uno strumento con asta diritta e manico in ebano, sotto con stilo arcuato in acciaio e camicia in argento.
Questo strumento inventato dal padovano Santorio Santoro (1561- 1636) fu utilizzato sopratutto per lo svuotamento delle asciti. Ancora oggi trova impiego nei casi di idrocele, paracentesi e toracentesi. A lato trocarts dell'inizio 1900.
Le immagini sono tratte dai cataloghi Natton e Dutar 1900 ca.
Seghe chirurgiche - Scies chirurgicales - Surgical saws.
Nei secoli passati le amputazioni erano interventi frequenti, anche una banale ferita ad un arto poteva infettarsi facilmente a causa pessime condizioni igieniche; dopo una prima medicazione locale o alla peggio con la cauterizzazione, se non si riusciva ad arrestare l’infezione bisognava ricorrere all’amputazione.
L’immagine a fianco è la copia di una stampa di J. Wetchlin del 1540 esposta al museo di Filadelfia e mostra in quali condizioni venivano effettuati questi interventi.
Sono state costruite delle seghe chirurgiche di tutte le forme e dimensioni; le più antiche, costruite da abili artigiani erano delle vere e proprie opere d’arte con ricercate incisioni e preziosi manici in ebano od in avorio.
Il possesso di strumenti chirurgici molto belli, anche se poco funzionali, aumentava il prestigio di colui che li possedeva; lo "status symbol" non è una prerogativa solo dei nostri tempi...
Sega da amputazione ad archetto con manico in ebano, anteriore al 1850.
Lunghezza totale 37 cm - lama 25 cm.
Antica sega da amputazione con manico in ebano, databile attorno al 1850 marcata Invernizzi.
Lunghezza totale 35 cm - lama 22 cm.
Sega da amputazione con manico in mogano fine 1700 inizi 1800.
Lunghezza totale 36 cm - lama 21
Sega da amputazione con manico metallico smontabile marcata Chiron.
Lunghezza totale 30 cm - lama 21 cm - prima metà del 1900.
Sega da amputazione marcata Reiner.
Lunhezza totale 25,5 cm - 1940 ca.
Serie di piccole seghe per amputazione lunghezza media 20 cm - lame 10 cm. - Marcate Marelli e Spinelli.
immagini dal catalogo Mathieu Parigi.
Sega Gigli - Scie de Gigli - Gigli's saw.
Leonardo Gigli nacque a Firenze nel 1863, morì nel 1908, fu un ottimo chirurgo-ostetrico; divenne famoso per aver progettato una sega a filo flessibile che porta il suo nome.
Lasciata l’Italia dopo la laurea in medicina, ha esercitato la professione presso le prestigiose Cliniche Ostetriche di Parigi e di Londra ottenendo all'estero stima e riconoscimenti per la sua abilità chirurgica (ha ideato il taglio lateralizzato del pube) e per l' invenzione della sega flessibile; non così in Italia dove è stato quasi ignorato e dove non gli è mai stata assegnata una cattedra universitaria.
La sega era composta nelle più antiche versioni da una catena dentata, vedi immagine tratta da "Antique Medical Instruments"; Gigli sostituì la catena con un filo di acciaio spiralato, molto più pratico e flessibile; oltre che nelle amputazioni questa sega ha trovato largo impiego nella sinfisectomia e in neurochirurgia nelle craniotomie.
Il raro set pubblicato sopra è stato prodotto dalla ditta LUER verso la fine del 1800; è composto da 2 seghe dentate di differenti dimensioni, nell'intercapedine del coperchio vi è alloggiata una sega a spirale di Gigli ed un lungo ago piatto.
Risorsa web: Museo Galileo Biblioteca
Retrattore di Percy - Rétracteur de Percy - Percy's retractor.
Pierre François Percy (1754–1825). Chirurgo capo della Grande Armata di Napoleone, oltre ad essere un ottimo chirurgo fu anche un abile progettista di strumenti chirurgici tanto da meritare numerosi premi dell’Accademia Reale di Chirurgia di Parigi e una lettera di elogio di un nostro famoso chirurgo Giovanni Alessandro Brambilla, anch'egli ideatore di una vasta gamma strumenti molti dei quali sono visibili al MUSEO PER LA STORIA DELL'UNIVERSITA' DI PAVIA sezione Medicina - Sala Scarpa.
Una rassegna degli stessi è visibile anche sul sito: Lombardia Beni Culturali
Il retrattore di Percy con qualche modifica e perfezionamento è usato ancora oggi; serviva negli interventi d'amputazione degli arti per separare l’osso dai tessuti molli circostanti; la terza immagine mostra come era usato.
Lo strumento pubblicato dovrebbe risalire all’inizio del 1900, è in maillechort e mostra chiaramente le tracce che le seghe utilizzate nelle numerose amputazioni, hanno lasciato sullo scudo esterno. (vedi fig.1)
Fig. 1
Suture Aghi - Sutures - Suture.
Nella preistoria della chirurgia le ampie ferite venivano “chiuse” o con delle pezze di stoffa strettamente avvolte o con la cauterizzazione oppure semplicemente cucite con delle fibre vegetali, con dei fili di lana o di seta, il tutto ovviamente senza nessuna sterilizzazione. Coloro che riuscivano a sopravvivere portavano poi delle vistose cicatrici.
Solo dopo la seconda metà dell’ottocento le suture sono diventate più sicure ed affidabili sia per le migliorate tecniche chirurgiche sia per l’uso di antisettici.
Antico astuccio (diametro 10 cm) con tre grossi aghi piatti usati probabilmente nelle amputazioni come guida per la sega di Gigli - 1700 - 1800.
Immagine tratta da "Alte Medizinische Instrumente " di Elisabeth Bennion; l'astuccio della foto è molto simile a quello della collezione.
Set di aghi ricurvi in acciaio; gli aghi sono trattenuti nelle maglie di una molla centrale
A lato - Catalogo Mathieu - primo 1900.
Ago con scanalatura interna passafilo di Starten, manico in ebano - 1850 ca.
Immagine dal catalogo Galante et Fils, Paris.
Aghi smussi di Deschamps con curvatura destra e sinistra, manico in maillechort.
Catalogo Drapier 1920 ca.
Ago di J.L Fauvre - Premendo la leva si apre la cruna permettendo un facile inserimento del filo di sutura. Marcato Collin. Paris. Inizio 1900.
Pinza porta-ago di Mathieu usata dal 1895 fino al 1980.
Il catalogo è "Antique Medical Instruments".
Punti di sutura dal Dictionnaire de Médecine - Nysten 1855.
Fig. 402 - sutura a punti separati con nodo laterale, per uso generale.
Fig 403 - sutura impiumata: i due bastoncini laterali sono tubi di piuma d'oca.
Fig 404 - sutura ritorta, raccomandata per riunire le ferite della guancia o delle labbra.
Fig 405 - sutura a punti alterni impiegata per lo stomaco e l'intestino.
Fig.406 - sutura del pellettiere: per le ferite longitudinali dello stomaco e dell'intestino.
Suture - filo
Catalogo Mathieu - Paris et Lyon inizio 1900. I fili venivano sterilizzati con vapore d'alcool sotto pressione e successivamente sigillati nelle ampolle di vetro.
Filo per sutura non sterile in seta n° 2. La sterilizzazione si otteneva con la bollitura o con l'immersione in alcool.
Piccolo astuccio metallico (8 cm) contenente un flacone di vetro con filo di seta non sterile; era probabilmente a corredo di un set di pronto soccorso chirurgico. Germania inizio 1900 ca.
Filo di seta sterile nel suo originale contenitore in vetro ancora sigillato, 13 cm - Francia 1940 ca.
2,50 m filo sterile per sutura Plastofil Laboratoires Fandre; Nancy - Paris. Produzione recente.
Set di punti metallici con pinza per chiudere le graffette; la piccola cesoia, a ds nella foto ha una doppia funzione: permette di tagliare le graffette con le lame o di applicarle con la parte terminale del manico 1930 ca. - Agrafes de Michel.
Pinze Pinces Forceps
Il chirurgo-barbiere interveniva in tutte le affezioni di tipo cruento: era urologo, ginecologo, ostetrico, ortopedico ecc. ed aveva un discreto corredo strumentale che adattava di volta in volta alle singole circostanze.
Oggi la divisione della chirurgia in branche sempre più specializzate, ha imposto la progettazione di strumenti specifici; è quindi impossibile pubblicare le centinaia di pinze a disposizione dei chirurghi di oggi, mi limiterò a segnalarne alcune della collezione che hanno un’importanza storica.
Pinzetta in bronzo - 7,5cm. 2° sec. a.C. - Inghilterra.
E' molto difficile stabilire se era usata a scopo medico o estetico; è interessante osservare la somiglianza con le moderne pinzette e la smussatura delle punte che permetteva di afferrare con precisione anche piccoli oggetti.
Altra pinzetta in bronzo di fattura più robusta e risalente all'incirca al 1° sec. a.C - 7 cm - Spagna.
Pinze Emostatiche - Pinces hémostatiques - Haemostatic forceps
L'avvento delle pinze emostatiche ha dato un contributo molto importante alla chirurgia; questi strumenti oltre a ridurre le perdite di sangue, hanno permesso di avere un campo operatorio pulito e di agire quindi in maniera più mirata e sicura sulla zona dell'intervento.
Le prime pinze emostatiche autobloccanti furono ideate verso il 1830 da Charrière e più tardi modificate da Koeberlé (1828 - 1915).
Le due pinze della foto attribuite a Fricke sono degli esemplari piuttosto rari; il blocco delle ganasce era ottenuto mediante lo spostamento di un cursore a coda di rondine che agganciava la testa di un perno proveniente dalla branca inferiore - Antique Medical Instruments.
Charrière nel 1840 ideò questa pinza a braccia incrociate normalmente chiusa. L'esemplare della foto risale all'inizio del 1900.
Vecchia pinza emostatica; la chiusura delle branche era ottenuta mediante lo scorrimento del gancio posto sullo stelo superiore che si inseriva in un'apposita rientranza della branca inferiore - provenienza Italia.
Pinza emostatica di Fugini.
Il bottone ovale zigrinato scorre sullo stelo superiore ed è solidale con la spina visibile nella parte interna dello stelo stesso. Chiudendo le branche e facendo scorrere in avanti il bottone zigrinato la pinza rimane bloccata perché la spina si inserisce stabilmente nel foro della branca inferiore. Questa rara pinza fa parte del set del Fugini pubblicato più sopra. Brescia - 1860.
Evoluzione della chiusura delle pinze
Un ulteriore e definitivo miglioramento dell'emostasi si ebbe con l'introduzione delle pinze-forbici di Pean e di Kocher.
All'origine le pinze-forbice non avevano una chiusura automatica ed il chirurgo o il suo aiuto dovevano mantenere la presa impegnando costantemente una mano vedi figura A. Jules - Emile Péan (1830- 1898) attorno alla metà del 1800 e successivamente Kocher idearono un incastro che permetteva di ovviare a questo inconveniente (B).
Ancora oggi le pinze emostatiche a forcipressione portano il loro nome.
Evoluzione degli snodi
Con l'avvento della sterilizzazione si è evidenziata l'importanza della pulizia degli strumenti quindi si è cercato di aprire completamente le pinze e le forbici per eliminare l'eventuale sporco rimasto all'interno dello snodo; la pinza (C) ha una vite di blocco per cui non è possibile dividere le due branche cosa invece possibile con gli snodi A e B. Queste ultime non sono state pulite proprio per evidenziare come allo snodo si sia accumulata della ruggine.
Forbice Bisturi
Strana forbice in ferro lunga 20,5 cm proveniente dal set chirurgico di un medico del 1800 e caratterizzata dalla presenza su una delle 2 lame di un'appendice molto affilata che serviva probabilmente da bisturi; non presenta marchi di fabbrica e non è stato possibile trovare una corrispondenza nelle immagini dei molti cataloghi consultati.
Tenaculum
La priorità dei chirurghi di un tempo era di bloccare l’emorragia conseguente ad una ferita o ad un’amputazione; il primo intervento era di legare l’arto al di sopra della lesione e di ricorrere poi come già detto in altre pagine alla cauterizzazione; la combustione dei tessuti e l’escara fermavano almeno in parte la perdita di sangue.
Si deve ad Ambroise Paré l'idea di legare con un filo le arterie e le vene recise catturandole con un tenaculum ed eliminando dove possibile il barbaro uso dei cauteri.
Immagine tratta dal libro "Antique Medical Instruments".
1. Tenaculum con manico in ebano metà 1800.
2. Tenaculum 1940 circa.
Evoluzione delle cesoie da gesso - Cisailles pour plâtre - Shears for plaster.
Forbicioni usati per il taglio di bendaggi e delle docce gessate.
Sega per bende.
In alternativa alle cesoie si usava alla fine del 1800 questo tipo di sega. Il modello pubblicato è ancora con il manico in legno, successivamente il manico divenne metallico come quello pubblicato sulla pagina del catalogo Samo.
Trapano - Perforateur - Drill.
Trapano manuale a doppia testa perforatrice: per foratura con punta e per trapanazione a corona.
Immagine tratta dal catalogo Gujot - 1920
Strumenti per la Chirurgia del ca. del seno - 1782.
Stampa originale del 1782 tratta dall'Enciclopédie Méthodique di Charles Joseph Panckoucke con gli strumenti di fig.4 e di fig 5 per l'intervento del cancro del seno.
Estrattore esofageo Extracteur oesophagien - Oesophageal probangs
Immagini tratte da un catalogo dell'inizio del 1900 con le indicazioni per l'uso : "Extracteur de Fergusson, pour les arêtes de poisson" (Estrattore di Fergusson per le lische di pesce)
Curioso strumento ideato per estrarre le lische di pesce (ma anche altri corpi estranei) rimaste imprigionate nell’esofago. E’ composto da un tubo flessibile nel cui interno scorre un filo d’acciaio collegato all’oliva terminale della sonda; tra l’oliva e il corpo del tubo flessibile vi sono dei crini disposti elicoidalmente e normalmente distesi; quando il filo interno viene retratto i crini si ripiegano formando un anello che dovrebbe ripulire l’interno dell’esofago imprigionando le lische da asportare. Lo strumento è stato ideato da Fergusson. Quello pubblicato è del 1901 come si può dedurre dalla scritta del manico: Pat. Aug. 20 - 01.
Risorsa web: Biblioteca di Chirurgia "Leonardo Possati"
Per sorridere...
L'intervento chirurgico..
e dopo tanta fatica..una piccola pausa...
Risorsa web: Museo Virtuale Galileo - Chirurgia nel XVIII secolo
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