Medicina Popolare

fegato-etrusco-Piacenza

Copia del Fegato Etrusco di Piacenza. Probabilmente non aveva una funzione medica ma solo divinatoria; nella foto è rappresentato il lato inferiore dell'organo: sono riconoscibili la cistifellea, il processo piramidale ed il processo papillare

La medicina demoiatrica od empirica nasce nella notte dei tempi come fenomeno esoterico basato sulla tradizione e sulla superstizione; non ha mai smesso di esistere e continua sotto diverse forme anche ai giorni nostri. Può essere divisa grossolanamente in due campi di osservazione: quello farmacologico, vedi la terapia con i Semplici e quello medico; quest'ultimo a sua volta può essere separato in due filoni uno magico-religioso e l'altro magico-profano. La storia della medicina popolare è molto vasta ed articolata per cui non è facile delinearne bene i confini dato che coinvolge numerose discipline: l'etnologia, l'archeologia, la psicologia, la farmacologia ed ovviamente la medicina; sul web esistono molti siti che permettono di approfondirne le sue varie sfaccettature, io mi limito ad illustrare gli strumenti che poco alla volta e disordinatamente vengono inseriti nella collezione lasciando ad altri l’indagine storica ed antropologica. E' grande la quantità e la varietà di oggetti che in qualche modo hanno relazione con la medicina popolare, si va dal semplice santino al raffinato gioiello con poteri magici, per questo motivo è anche molto difficile decidere quali oggetti sono compatibili con l'argomento; il mio criterio di scelta è quindi molto soggettivo e sicuramente opinabile.


Risorsa web: La Medicina Popolare



Amuleti Terapeutici


Gli amuleti hanno avuto un ruolo molto importante nella medicina popolare e la loro funzione è stata sia apotropaica che terapeutica; semplificando possiamo suddividerli in amuleti a carattere religioso ed in amuleti di tipo profano anche se spesso queste distinzioni si confondono e si mescolano. L' adesione totale e passiva al potere magico di questi oggetti era favorita dagli integralismi culturali e dalle radicate tradizioni che impedivano qualunque tipo di valutazione critica: "così è perché così è stato stato tramandato" (Ipse Dixit) e tutto questo coinvolgeva non solo la medicina empirica ma anche quella ufficiale.
Quanto detto per il passato vale in parte anche per l'oggi: una specie di pudore spinge molti nascondere la loro accettazione dell' amuleto dietro ad un "Non ci credo ma non si sa mai.." , spesso invece vi è un'intima adesione; quanto poi questa sia diffusa è evidenziato dagli affari d'oro che i ciarlatani moderni continuano a fare vendendo talismani e paccottiglie a dei poveri sprovveduti. Con le dovute riserve bisogna però ammettere che a volte i talismani hanno avuto anche un effetto benefico ed hanno aiutato le persone in difficoltà a sopportare dei gravi problemi offrendosi come oggetti psicoterapeutici, quasi dei contenitori metafisici dove venivano scaricate le ansie e le angosce ma anche le speranze.
In fondo anche oggi la medicina ufficiale fa uso di talismani e li chiama "placebi"; le compresse di talco o le fiale di fisiologica che non contengono alcun principio attivo danno a volte importanti risposte terapeutiche sopratutto in coloro che credono e sperano nella loro efficacia, vi è però una differenza sostanziale tra l'amuleto propriamente detto ed il placebo: quest'ultimo viene proposto (o imposto) dal medico mentre il talismano legato alla superstizione viene volontariamente scelto dal soggetto quindi ha un differente potenziale suggestivo. Qui si potrebbe aprire una lunga discussione sui fenomeni paranormali, sui miracoli, sulla suggestione e sulle ancora sconosciute risorse della psiche ma non è questo lo scopo della pagina.


Risorsa web: Museo Archeologico Nazionale di Perugia




Collezione-di-amuleti-Giuseppe-Bellucci

Il mondo misterioso ed affascinante dell'amuleto e della magia è stato indagato da due importanti studiosi italiani del secolo scorso: Adalberto Pazzini (1898 - 1975) che ha pubblicato nel 1940 un libro intitolato :"Storia Tradizioni e Leggende nelle Medicina Popolare" e Giuseppe Bellucci (1844 - 1921) che ha scritto: "Amuleti Italiani Antichi e Contemporanei" e "Il Feticismo Primitivo in Italia e le sue Forme di Adattamento".
A proposito di quest'ultimo autore raccomando vivamente la visita al Museo Archeologico Nazionale di Perugia dove è ospitata la sua collezione di amuleti, ovviamente poi è d'obbligo visitare nella parte archeologica del museo la stupenda esposizione di materiale etrusco.

Per chi fosse interessato, segnalo che "Internet Archive" dell'Università di Toronto permette di scaricare gratuitamente ed integralmente il libro di Giuseppe Bellucci "Feticismo Primitivo in Italia e le sue forme di adattamento".




Grazie alla cortesia del Dott. Marco Saioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria ho ricevuto, col permesso di pubblicarle, le foto con la didascalia di alcuni amuleti della Collezione Bellucci (Museo Archeologico Nazionale di Perugia) riferibili alla medicina demoiatrica.


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Pietra serpentina.
Contro i morsi dei rettili velenosi


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Ferro della mula di S.Domenico.
Barretta d’acciaio modellata a ferro di cavallo. Strumento contro la rabbia e i morsi degli animali. (l’operatore marchiava a fuoco il petto o le membra dei devoti)


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Noce trivalve.
Contro le lombaggini


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Cuore in ambra.
Contro le malattie veneree



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Chiave di S. Valentino.
Contro le forme di convulsione (ballo di S.Vito)


sanguinello

Sanguinelli.
Pietre di diaspro o in corniola contro le emorragie


sanguinello

Sanguinelli.
Pietre di diaspro o in corniola contro le emorragie


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Dente di cane levigato.
Contro malattie veneree


Segnalo un interessante sito francese "Objets d'Hier" che mostra una lunga carellata di antichi oggetti di arte popolare e fra l'altro numerosi vecchi strumenti medici.



Amuleti ed oggetti a carattere religioso


Santi Cosma e Damiano patroni dei medici, dei farmacisti e dei barbieri.
I Santi Cosma e Damiano vissero attorno all'anno 300; la tradizione narra che fossero due fratelli gemelli e che esercitassero entrambi la professione medica senza mai farsi pagare; subirono il martirio sotto le persecuzioni di Diocleziano.
Sono considerati dei potenti taumaturghi, patroni dei medici, dei farmacisti e dei barbieri.
L'icona a lato che li rappresenta è la copia di un antico dipinto di una chiesa ortodossa; i due fratelli tengono in mano alcuni strumenti medici, una curette o un cucchiaio ed un astuccio per riporre i farmaci; in altre rappresentazioni medioevali uno osserva una matula in controluce, l'altro tiene in mano degli strumenti di farmacia (da una stampa del Germanisches Nationalmuseum Nuremberg).


Risorsa web: La Medicina Religiosa



Cosma-e-Damiano
Kosmas-Damian


francobolli terapeutici

Bocconcini - Francobolli Terapeutici - Timbres Thérapeutiques - Therapeutic Stamps




francobolli terapeutici

Piccole immagini a soggetto sacro stampate su foglietti di carta velina, chiamate “bocconcini”; venivano ingerite partendo dall’idea che il contatto interno con la parte ammalata potesse esercitare un forte effetto terapeutico ( fine 1700 ca). Quelle pubblicate si riferiscono probabilmente a patologie cardiache infatti portano la dicitura: “Jesu et Maria vobis do cor cum anima mea”. Il Prof. Adalberto Pazzini nel suo libro "Storia Tradizioni e Leggende nella Medicina Popolare" del 1940 segnalava che anticamente erano in uso sopratutto nel centro-sud d'Italia ma nel Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele All'Adige è possibile osservare numerosi "bocconcini" di provenienza locale.




Medicina ed ex voto con parti anatomiche - Médecine et ex voto anatomiques - Medicine and anatomical ex-voto


ex voto

Antichi ex voto italiani e francesi in foglia d'argento o in rame argentato epoca 1800-1900.
Gli ex voto erano offerti per una grazia ricevuta ma anche per implorare l' intercessione per la guarigione da una malattia o per un intervento chirurgico.




Due ex voto in foglia d'argento a corpo intero, il primo rappresenta un bambino che indica con la mano l'organo ammalato, probabilmente i polmoni od il cuore; il secondo mostra invece un neonato in fasce.


ex voto
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ex voto

Un interessante connubio tra medicina e religione è documentato dalla foto a lato.
Nella Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli vi è una cappella dedicata al medico Beato Giuseppe Moscati (1880 - 1927), le cui pareti sono letteralmente tappezzate di ex voto per la maggior parte di soggetto anatomico.
I fedeli che si rivolgono a lui per chiedere una guarigione sfruttano il suo duplice potere terapeutico, di medico e di santo.




La tradizione degli ex voto anatomici è molto antica; pubblico una serie di foto scattate nei musei di Pompei e di Paestum con ex voto in terracotta di epoca romana: peni ed uteri per propiziare la fecondità, seni per l’allattamento, bimbi in fasce per una sana crescita ma anche occhi e dita per chiedere la guarigione di patologie inerenti a questi organi.


Ovviamente questi oggetti non fanno parte della collezione ma sono pubblicati per documentazione.


ex voto anatomici
ex voto anatomici
ex voto anatomici
ex voto anatomici
ex voto anatomici


Brevi


Piccoli sacchetti di tessuto di forme diverse nel cui interno erano racchiuse immagini sacre o reliquie ed a volte anche dei pezzetti di placenta o di ombelico essiccati, recuperati al momento della nascita; diventavano quindi oggetti strettamente personali. Questi talismani erano considerati un potente antidoto contro le malattie e le avversità.

brevi

(foto) Brevi italiani del 1800; venivano fissati con spille all'interno dei vestiti ed avevano sopratutto una finalità profilattica; i "brevi" e gli "scapolari" erano indossati per allontanare le malattie ed il malocchio ma riuscivano ad avere in alcuni casi anche un'efficacia terapeutica legata fondamentalmente all'effetto placebo. I "brevi" della collezione sopra pubblicati provengono da diverse regioni italiane; i primi tre sono a carattere religioso, il quarto senza immagini contiene probabilmente una medaglia.




Scapolare - Scapulaire - Scapular


scapolare

Scapolare italiano doppio, pendente sul petto e sulle spalle.



scapolare

Scapolare italiano con l'effige della Madonna, veniva fatto portare ai bambini per proteggerli dalle malattie. Probabilmente seconda metà del 1700.

Si dice che molti soldati della prima guerra mondiale portassero al collo degli scapolari contenenti un frammento di placenta essiccata, confezionati probabilmente dalle loro madri al momento della nascita.




Benedizione di San Francesco

amuleto-benedizione-di-san-francesco

E' un astuccio metallico richiudibile con l'effige di San Francesco e con la trascrizione della benedizione che secondo la tradizione egli avrebbe impartito ad un confratello in cattive condizioni di salute; era normalmente conservato in una tasca del vestito ed era considerato un potente amuleto contro la morte improvvisa e contro le malattie.




La Colonna del Serpente

Colonna-del-serpente

Nella stupenda Basilica di Sant'Ambrogio di Milano poco lontano dall'ingresso vi è una colonna romana sul cui capitello è posata una scultura di bronzo che raffigura un grosso colubro.
La leggenda vuole che questo serpente fosse appartenuto a Mosè e che egli se ne sia servito per curare le persone morsicate dai serpenti durante la traversata del deserto. In realtà la scultura è molto più tarda, donata sembra nel 1007 alla Basilica dall'imperatore Basilio II.
La devozione popolare riteneva che questo serpente potesse guarire le più svariate malattie per cui era (e forse ancora oggi) oggetto di venerazione.
I genitori portavano alla Basilica i loro figli ammalati di elmintiasi, qui giunti facevano appoggiare le loro mani alla colonna del serpente.... si sosteneva che i vermi sparissero!


Colonna-del-serpente


La Vierge d'Accouchée - La Vergine della Partoriente - The Virgin of the Parturient

vierge-diaccouchee

Il parto nei secoli passati è sempre stato un evento ad alto rischio per la donna e per il nascituro; si è calcolato che una donna su 10 moriva a causa delle complicazioni che potevano essere di natura anatomica oppure potevano essere causate da gravi setticemie dovute alle pessime condizioni igieniche; ironia della sorte il maggior numero dei decessi e delle infezioni da febbre puerperale si verificava proprio negli ospedali dove in teoria le partorienti avrebbero dovuto essere più protette. (Vedi Semmelweiss).
Anche per questo motivo molte donne preferivano partorire in casa propria assistite spesso da una levatrice più o meno improvvisata.
Per propiziare l'andamento del parto in alcune regioni francesi era usanza di mettere su un tavolo presso la partoriente la statua della "Vierge d'Accouchée" con un cero che doveva restare acceso per tutta la durata del travaglio.
Queste graziose statuette, alcune di fattura molto grezza, erano tramandate da una generazione all'altra; questa della collezione dovrebbe risalire al XIX sec. e provenire dalla regione di Quimper - Nevers. (27cm)


Risorsa web: Vierge d'accouchée



Amuleti ed oggetti Profani

falli-e-tintinnabula

Amuleti fallici - Amulettes phalliques - Phallic amulets.
Napoli Museo Archeologico Nazionale - Nani-lucerne con falli abnormi , falli alati con tintinnabula e mano fica



In molte antiche culture il fallo ha rappresentato il simbolo della fecondità e del benessere; nella civiltà romana era figurato con disegni o con bassorilievi posti sulle facciate delle abitazioni oppure era appeso al soffitto delle stesse come lucerna o come tintinnabula (sculture in bronzo composte solitamente da un fallo alato corredato da numerosi campanelli che con il loro suono avrebbero dovuto scacciare le entità cattive).

immagini falliche

L'immagine del fallo, legata alla figura di Priapo non scandalizzava nessuno, al contrario era venerata e molto richiesta come amuleto.
E’ interessante notare che il suo culto è esistito anche nella tradizione cattolica in alcune zone d'Italia fino al 1781. A Isernia il 27 settembre di ogni anno si celebrava la festa dei Santi Cosma e Damiano e per l’occasione si esponeva il “ditone” (probabilmente un fallo mummificato) attribuito a San Cosma a cui le donne si rivolgevano con venerazione per ottenere la fertilità ed a cui offrivano oltre alle preghiere, dei falli in cera.

E’ curioso il seguito di questa storia: un inglese, ministro di Sua Maestà Britannica alla corte di Napoli, venuto a conoscenza di queste celebrazioni, scrisse una lettera al British Museum di Londra raccontando quanto aveva saputo, l'argomento fu ripreso dallo storico Richard Payne Knigt che ne fece un'accurata relazione; il clamore suscitato da questa lettera imbarazzò molto le autorità borboniche che posero fine con disappunto dei fedeli, a questa ricorrenza.
Riporto a fondo pagina l’intera relazione dello studioso inglese ed il disegno (immagine sopra) che era allegato raffigurante i falli in cera di Isernia. ....Mi domando che fine avrà fatto quel fallo mummificato.



Piccolo amuleto fallico d'epoca romana


Questo talismano fallico propiziatore della fecondità, fa parte della collezione ed è pubblicato anche nella pagina "Fecondazione Gravidanza" con alcune note aggiuntive.
Il ciondolo proviene dalla Spagna e risale probabilmente al 2° sec. a.C. - bronzo - cm 5 ca. E' un interessante manufatto suddiviso in due settori: da un lato il fallo alato contro l'infertilità, (in alcune regioni italiane il pene viene volgarmente chiamato "uccello"; questa attribuzione deriva forse dall'antica tradizione romana del fallo con le ali ?); dall’altro la “mano fica o far la fica” descritta più sotto.

amuleto fallico
amuleto fallico


Amuleto fallico in quarzo-ametista.


amuleto fallo ametista

Grosso amuleto fallico (circa 12 cm) in quarzo ametista.
Date le dimensioni ed il peso non era certo un oggetto da portare in tasca ma piuttosto da usare come scultura-soprammobile con finalità apotropaiche. In questo caso la protezione contro gli eventi negativi non era individuale ma estesa a tutta la casa.
Non è stato possibile definirne la datazione e l'origine.

Risorsa web: Phallic Amulets




amuleto fallico in pasta vitrea

Amuleto fallico in pasta vitrea


Piccolo amuleto fallico in pasta vitrea, 4 cm; impossibile stabilire la datazione e la provenienza.



La manofica o manufica


La mano fica è un amuleto dalle origini antiche; è rappresentato da una mano chiusa con il pollice inserito tra l'indice ed il medio;

"Inserto pollice inter medium et indicem, ita ut pollex ipse insertus emineret, et apparet, reliquis digitis in pugnum contractis."


E' chiaro il significato sessuale del gesto che indica la copula, meno chiaro è il suo significato scaramantico dato che le versioni sono contradditorie.
Seeligmann sostiene che in alcune parti della Germania equivale a quello di cacciar fuori la lingua in segno di dispregio, sempre lo stesso autore scrive però che "far la fica" è il miglior scongiuro contro il malocchio.


Bellucci villiers manu fica talismani

La tavola pubblicata a lato, tratta dal libro di Giuseppe Bellucci - "Amuleti Italiani Antichi e Contemporanei" mostra come la manofica sia diffusa in molti paesi europei e come a questo gesto si attribuisca un forte potere scaramantico ed apotropaico.



In Italia invece la manofica era diventata un gesto di sfida od un insulto; nei secoli XVII e XVIII veniva indicata come "la fica della calunnia". Forse, con la cultura cattolica, la sottintesa connotazione sessuale del gesto ha contribuito a far modificare l'originale significato apotropaico in un gesto negativo.


Dante Alighieri - Inferno (25) - incontra il ladro Vanni Fucci il quale, irato contro Dio alza verso l'alto le mani nel gesto della manofica dicendo: "Togli, Dio, ch'a te le squadro"; anche secondo Dante quindi, la mano fica ha un significato dispregiativo. Tra le varie miniature che il pittore senese Priamo della Quercia ha dipinto per illustrare la Divina Commedia, vi è anche la rappresentazione di questo episodio. Vanni Fucci è sul lato sinistro dell'immagine. (Grazie per le informazioni a Paolo Mugnai)

Dante Alighieri Inferno - episodio di Vanni Fucci


Risorsa web: Contro il malocchio - Nell'arte le immagini magiche che combattono il male
(Grazie alla cara Dott.sa Nadia Corfini per la segnalazione di questo interessante articolo).




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A Clusone (Bergamo), nel porticato esterno e nella cappella dell'Oratorio dei Disciplini sulla cui facciata è rappresentata la famosa Danza Macabra, vi sono due immagini di manufica con un evidente intento dispregiativo.


clusone-manufica

Foto Dott.sa Nadia Corfini

clusone-manufica


fallus-manufica

Ho già segnalato alla voce "amuleto fallico romano" la presenza contemporanea del fallo alato da una parte e della manofica dall'altra, la foto mette in evidenza questa seconda parte dell' amuleto; l'inserto del pollice tra l'indice ed il medio non è ben dettagliato



Mano fica in Avorio


manufica
manufica

Mano fica cm 2,5 - Piccolo amuleto in avorio di fattura piuttosto grossolana.
Incerta è l'origine e la datazione.



Ciondolo mano-fica in pietra dura


manufica in pietra dura

Manu fica in pietra dura a forma di ciondolo; probabilmente di fattura moderna . 2,5 cm.



Occhio di Santa Lucia


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2 Occhi di Santa Lucia, recto-verso.

L’ "Occhio di Santa Lucia" era un amuleto protettivo contro la cataratta e le malattie degli occhi in generale ma aveva potere anche contro il malocchio.
Questo grazioso dischetto dalla caratteristica forma ad occhio, è l’opercolo di un gasteropode marino l’Astrea Rugosa comune nelle acque del Mediterraneo.
Poteva essere montato a gioiello su di un anello, come spilla od orecchino oppure tenuto semplicemente in tasca; oggi è usato in gioielleria soprattutto in Sardegna dove è facile trovarlo sulle spiagge.



Cicogne Ombelicali - Cigognes Ombilicales - Birthing Storks


Pinza-ombelicale-cicogna
Cicogna-ombelicale

Queste simpatiche cicogne venivano usate per clampare (e non per recidere) il cordone ombelicale del neonato prima di procedere alla sua legatura ed al taglio; potevano essere utilizzate anche per pinzare il cotone medicato per l'igiene dell'ombelico, in ogni caso venivano conservate per essere donate più tardi a ricordo della nascita.
Sono tutte in argento con titolo da 800 a 920; sono molto ricercate e risalgono alla seconda metà del 1800: la prima è francese caratterizzata dal serpente di Esculapio che avvolge il collo e da una base di appoggio a zampe di pollo - la seconda è tedesca e la base su cui appoggia è un ranocchio - la terza molto floreale è ancora tedesca ed ha la base rappresentata da una tartaruga - la quarta ha un marchio difficile da decifrare e potrebbe essere russa (vedi Curiosità), ha avvolto al collo il serpente di Esculapio ma manca il bimbo in fasce pur avendo la doppia cavità all'interno delle ali; questo particolare è molto interessante in quanto nella cavità, al posto del bimbo in fasce ere posto un pezzetto di cordone ombelicale essicato o di placenta; la quinta, francese ha una tartaruga come base d'appoggio ed ha all'interno il bimbo in fasce (non fa più parte della collezione).



Pinza-ombelicale-cicogna
Cicogna-ombelicale
Cicogna-ombelicale

Questi oggetti sono rari; caratteristica abbastanza costante è la presenza di un bimbo in fasce nelle parti interne delle ali.




Determinazione del sesso del nascituro - Sex de l'enfant qui va naître - Unborn's sex


pendolino sesso del nascituro

Oggi conoscere il sesso del nascituro è abbastanza facile: una villocentesi o un'ecografia permettono di avere una risposta rapida e sicura; solo 50 anni fa questa cosa era impossibile.
Per predire il sesso del bambino che stava per nascere si è da sempre fatto ricorso ai metodi più strani e fantasiosi, tutti privi di qualunque base scientifica.
Il pendolo era uno degli strumenti più utilizzati; a lato un pendolino spagnolo "prueba sexo" in rame.
Veniva posto sulla mano o sul ventre della donna incinta: se il pendolo oscillava su un asse orizzontale il nascituro era maschio se invece descriveva dei cerchi era femmina. (La probabilità della predizione era ovviamente del 50%)




Radice di Mandragora - Racine de Mandragore - Mandrake Root


pendolino sesso del nascituro

La Mandragora o Mandragola è una bella pianta perenne che cresce spontanea nei terreni incolti delle regioni mediterranee e che fin dall'antichità ha affascinato ed ha alimentato molti miti; ne troviamo traccia nell'antico Egitto, in Arabia, in Grecia, nella Roma antica e durante tutto il medioevo.
La sua radice dalla forma vagamente antropomorfa ha sempre colpito la fantasia popolare e questa particolarità ha fatto nascere la leggenda secondo cui nella Mandragora Vernalis vi sarebbe nascosto un demone maschio e nella Mandragora Autumnalis un demone femmina. Anche la sulfurea favola della sua origine (si dice che sia nata dalla sperma di un impiccato) ed il complesso rituale della sua estirpazione dal terreno (vedi Anestesia), hanno contribuito a crearle un alone magico e misterioso, positivo o negativo a seconda della zona geografica e della tradizione locale.


Ormai abbandonata dal punto di vista farmacologico perché come tutte le Solanacee è tossica, oggi sopravvive come amuleto portafortuna da indossare o da tenere nelle abitazioni; sul web è possibile trovare molti siti che ne parlano diffusamente e che vendono le sue radici come protezione contro i demoni, contro le forze negative e le malattie.
Si dice poi che sia ancora usata nelle sedute esoteriche, probabilmente sfruttando le sue pericolose proprietà allucinogene già utilizzate a suo tempo dalle streghe medioevali nei loro "sabba".
P.S. Anch'io, affascinato dalla leggenda, ho estratto il "demone femmina" nascosto nella radice della mia Mandragora Autumnalis...(vedi immagine sopra).




Curiosità sulla Mandragora


mandragora-puglia

Bella pianta di Mandragora Autumnalis fotografata in un terreno incolto della Puglia.
I suoi fiori hanno una colorazione violacea e fioriscono per tutto il periodo invernale.
La Mandragora Vernalis invece fiorisce in primavera e i suoi fiori hanno una colorazione chiara con una dominante azzurrina.




Odierni prodotti a base di Mandragora - Le immagini sono state tratte da siti web dove la Mandragora o la sua radice sono venduti a fini "magici".


mandragora-nell'esoterismo


Tuner--New-Herbal

Nel XV sec. alcuni artigiani cominciarono a lavorare le radici di Mandragora per ottenere delle piccole statuine umanoidi chiamate Puppettes o Mammettes, queste ebbero un grande successo e furono vendute a caro prezzo in quanto si riteneva che fossero dotate di forti poteri magici. Il botanico Tuner nel suo libro "New Herbal" del 1562 (vedi a lato) segnalava però che a causa della difficoltà di approvvigionamento e dell'alto costo delle radici di Mandragora, alcuni furbi falsari pensarono bene di utilizzare le voluminose radici della Bryonia Dioica (Vite Bianca) per ricavare le preziose statuine spacciandole poi come provenienti dalle radici di Mandragora (...sicuramente i poteri magici sono rimasti invariati...) Da "A Modern Herbal" Mrs.M.Grieve.



mandrake-dolls

L'antica tradizione delle radici antropomorfe è stata ricordata recentemente nei film di Harry Potter e subito si è scatenatala la produzione moderna di orripilanti Mandrake Dolls in plastica. (Immagini tratte dal web)



Mandragora-Mandrake-immature

Per sorridere:
affascinante piantina di Mandragora nana....Si consiglia di usare una protezione per le orecchie per non soccombere alle sue urla (viste le proprietà della pianta).
Questa simpatica foto è tratta dal sito www.costume-works.com




Lettera-relazione di Richard Payne Knigt al British Museum di Londra

Naples, Dec. 30, 1781.
SIR,
HAVING last made a curious discovery, that in a Province of this Kingdom, and not fifty miles from its Capital, a sort of devotion is still paid to PRIAPUS, the obscene Divinity of the Ancients (though under another denomination), I thought it circumstance worth recording; particularly, as it offers a fresh proof of the similitude of the Popish and Pagan Religion, so well observed by Dr. Middleton, in his celebrated Letter from Rome: and therefore I mean to deposit the authentic 1 proofs of this assertion in the British Museum, when a proper opportunity shall offer. In the meantime I send you the following account, which, I flatter myself, will amuse you for the present, and may in future serve to illustrate those proofs.
I had long ago discovered, that the women and children of the lower class, at Naples, and in its neighbourhood, frequently wore, as an ornament of dress, a sort of Amulets, (which they imagine to be a preservative from the mal occhii, evil eyes, or enchantment) exactly similar to those which were worn by the ancient Inhabitants of this Country for the very same purpose, as likewise for their supposed invigorating influence; and all of which have evidently a relation to the Cult of Priapus. Struck with this conformity in ancient and modern superstition, I made a collection of both the ancient and modern Amulets of this sort, and placed them together in the British Museum, where they remain. The modern Amulet most in vogue represents a hand clinched, with the point of the thumb thrust betwixt the index and middle 1 finger; the next is a shell; and the third is a half-moon. These Amulets (except the shell, which is usually worn in its natural state) are most commonly made of silver, but sometimes of ivory, coral, amber, crystal, or some curious gem, or pebble. We have a proof of the hand above described having a connection with Priapus, in a most elegant small idol of bronze of that Divinity, now in the Royal Museum of Portici, and which was found in the ruins of Herculaneum: it has an enormous Phallus, and, with anarch look and gesture, stretches out its right hand in the form above mentioned 1; and which probably was an emblem of consummation: and as a further proof of it, the Amulet which occurs most frequently amongst those of the Ancients (next to that which represents the simple Priapus), is such a hand united with the Phallus; of which you may see several specimens in my collection in the British Museum. One in particular, I recollect, has also the half-moon joined to the hand and Phallus; which half-moon is supposed to have an allusion to the female menses. The shell, or concha veneris, is evidently an emblem of the female part of generation. It is very natural then to suppose, that the Amulets representing the Phallus alone, so visibly indecent, may have been long out of use in this civilized capital; but I have been assured, that it is but very lately that the Priests have put an end to the wearing of such Amulets in Calabria, and other distant Provinces of this Kingdom.
A new road having been made last year from this Capital to the Province of Abruzzo, passing through the City of Isernia (anciently belonging to the Samnites, and very populous 2), a person of liberal education, employed in that work, chanced to be at Isernia just at the time of the celebration of the Feast of the modern Priapus, St. Cosmo; and having been struck with the singularity of the ceremony, so very similar to that which attended the ancient Cult of the God of the Gardens, and knowing my taste for antiquities, told me of it. From this Gentleman's report, and from what I learnt on the spot from the Governor of Isernia himself, having gone to that city on purpose in the month of February last, I have drawn up the following account, which I have reason to believe is strictly true. I did intend to have been present at the Feast of St. Cosmo this year; but the indecency of this ceremony having probably transpired, from the country's having been more frequented since the new road was made, orders have been given, that the Great Toe 1 of the Saint should no longer be exposed. The following is the account of the Fete of St. Cosmo and Damiano, as it actually was celebrated at Isernia, on the confines of Abruzzo, in the Kingdom of Naples, so late as in the year of our Lord 1780.
On the 27th of September, at Isernia, one of the most ancient cities of the Kingdom of Naples, situated in the Province called the Contado di Molise, and adjoining to Abruzzo, an annual Fair is held, which lasts three days. The situation of this Fair is on a rising ground, between two rivers, about half a mile from the town of Isernia; on the most elevated part of which there is an ancient church, with a vestibule. The architecture is of the style of the lower ages; and it is said to have been a church and convent belonging to the Benedictine Monks in the time of their poverty. This church is dedicated to St. Cosmus and Damianus. One of the days of the Fair, the relicks of the Saints are exposed, and afterwards carried in procession from the cathedral of the city to this church, attended by a prodigious concourse of people. In the city, and at the fair, ex-voti of wax, representing the male parts of generation, of various dimensions, some even of the length of the palm, are publickly offered to sale. There are also waxen vows, that represent other parts of the body mixed with them; but of these there are few in comparison of the number of the Priapi. The devout distributers of these vows carry a basket full of them in one hand, and hold a plate in the other to receive the money, crying aloud, "St. Cosmo and Damiano!" If you ask the price of one, the answer is, più ci metti, più meriti: "The more you give, the more's the merit." In the vestibule are two tables, at each of which one of the canons of the church presides, this crying out, Qui si riceveno le Misse, e Litanie: "Here Masses and Litanies are received;" and the other, Qui si riceveno li Voti: "Here the Vows are received." The price of a Mass is fifteen Neapolitan grains, and of a Litany five grains. On each table is a large bason for the reception of the different offerings. The Vows are chiefly presented by the female sex; and they are seldom such as represent legs, arms, &c., but most commonly the male parts of generation. The person who was at this fete in the year 1780, and who gave me this account (the authenticity of every article of which has since been fully confirmed to me by the Governor of Isernia), told me also, that he heard a woman say, at the time she presented a Vow, like that which is presented in Plate 1, Fig. i., Santo Cosimo benedetto, cosi lo voglio: "Blessed St. Cosmo, let it be like this;" another, St. Cosimo, a te mi raccommendo: "St. Cosmo, I recommend myself to you;" and a third, St. Cosimo, ti ringrazio: "St. Cosmo, I thank you." The Vow is never presented without being accompanied by a piece of money, and is always kissed by the devotee at the moment of presentation.
At the great altar in the church, another of its canons attends to give the holy unction, with the oil of St. Cosmo; 1 which is prepared by the same receipt as that of the Roman Ritual, with the addition only of the prayer of the Holy Martyrs, St. Cosmus and Damianus. Those who have an infirmity in any of their members, present themselves at the great altar, and uncover the member affected (not even excepting that which is most frequently represented by the ex-voti); and the reverend canon anoints it, saying, Per intercessionem beati Cosmi, liberet te ab omni malo. Amen.
The ceremony finishes by the canons of the church dividing the spoils, both money and wax, which must be to a very considerable amount, as the concourse at this fete is said to be prodigiously numerous.
The oil of St. Cosmo is in high repute for its invigorating quality, when the loins, and parts adjacent, are anointed with it. No less than 1400 flasks of that oil were either expended at the altar in unctions, or charitably distributed, during this fête in the year 1780; and as it is usual for every one, who either makes use of the oil at the altar, or carries off a flask of it, to leave an alms for St. Cosmo, the ceremony of the oil becomes likewise a very lucrative one to the canons of the church.




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